La comunità internazionale deve accelerare e semplificare le procedure di visto per gli afghani che temono per la loro sicurezza e che desiderano lasciare il Paese. Questo l’appello lanciato oggi da Inger Ashing, CEO di Save the Children International, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
Inger Ashing ha affermato che tutti i paesi hanno il dovere, nel rispetto del diritto internazionale, di consentire ai rifugiati la richiesta del diritto d’asilo e garantire trasferimenti sicuri e un rifugio perché possano essere protetti, in particolare i bambini.
Nelle ultime settimane centinaia di migliaia di afghani, tra cui decine di migliaia di bambini, sono fuggiti dalle violenze raggiungendo i paesi vicini. Circa 100.000 persone hanno attraversato l’Iran fino alla Turchia orientale, paese in cui ogni giorno dall’inizio di luglio arrivano tra le 500 e le 2000 persone[1]. Alcuni paesi sono già pronti ad accogliere un certo numero di persone in centri di accoglienza temporanei, mentre altri hanno annunciato di voler mantenere chiusi i propri confini.
Inger Ashing ha affermato che i bambini afghani e le loro famiglie che hanno lasciato il Paese nelle ultime settimane devono essere protetti e i loro diritti rispettati secondo il diritto internazionale e dovrebbe esserci una moratoria immediata su tutti i rimpatri forzati dei cittadini afghani.
“È essenziale che in questi primi giorni di crisi i paesi mantengano le frontiere aperte e garantiscano la sicurezza di chi arriva, compresi i bambini fuggiti dalle violenze, e la protezione dei loro diritti. I paesi dovrebbero continuare ad accogliere i bambini afghani e le loro famiglie sulla base dei reali bisogni umanitari e non di limiti prestabiliti. Stiamo assistendo a scene di disperazione in Afghanistan, dove migliaia di persone stanno cercando di lasciare il Paese e non possono farlo, non possiamo abbandonarli” ha dichiarato Inger Ashing, CEO di Save the Children International. “Per di più, mentre ci arrivano notizie di madri che consegnano i propri figli al personale militare oltre il muro dell’aeroporto di Kabul chiedendo loro di salvarli, i paesi chiudono i confini e migliaia di domande di visto non vengono processate.”
“Esortiamo la comunità internazionale a rispettare i propri obblighi nei confronti del popolo afghano e garantire, quindi, immediatamente un trasferimento sicuro fuori dal Paese per i cittadini a rischio. Si devono semplificare e accelerare le procedure per i visti. I governi mondiali non possono sottrarsi ora alle proprie responsabilità. Save the Children è pronta a fornire sostegno ai bambini afghani sfollati nei paesi in cui opera, compresi i minori non accompagnati e separati dalle famiglie. Il nostro impegno nei confronti del nostro lavoro e del nostro personale in Afghanistan è più forte che mai, con l’obiettivo di garantire ai bambini afghani un futuro senza violenza” ha concluso Inger Ashing.
Save the Children è un’organizzazione indipendente, imparziale e politicamente neutrale che opera in Afghanistan dal 1976 con interventi salvavita per i bambini e le loro famiglie in tutto il Paese che ha ora dovuto sospendere temporaneamente. L’Organizzazione ha fornito servizi sanitari, di accesso all’educazione e protezione dell’infanzia, di nutrizione e sussistenza, raggiungendo oltre 1,6 milioni di afghani nel 2020.
Save the Children punta a riprendere le attività relative a salute, educazione e protezione dei bambini non appena sarà possibile farlo in sicurezza.