Al via il 107° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT

Intelligenza artificiale, chirurgia robotica, ortobiologia e medicina rigenerativa, protesi di ginocchio e attività sportiva, evoluzione nelle tecniche chirurgiche nella traumatologia, protesi personalizzate di caviglia, ritorno allo sport dopo lesioni legamentose al ginocchio nel professionista e nello sportivo amatoriale: sono solo alcuni dei temi sul tappeto al 107° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT in programma a Roma dal 29 al 31 ottobre, con la partecipazione di autorevoli esperti italiani e internazionali, rappresentanti delle principali Società Superspecialistiche affiliate alla SIOT e Società scientifiche straniere, tra cui American Academy of Orthopaedic Surgeons,  European Federation of National Associations of Orthopaedics and Traumatology, e poi ancora European Knee Society, European Hip Society, AO Recon e European Knee Society. Nel Congresso SIOT 2024, inoltre, si consoliderà ufficialmente la presenza di 2 Guest Nation per arricchire il confronto internazionale.

“Tra le novità di questa edizione – dichiarano Francesco Benazzo e Pietro Cavaliere, Presidenti del Congresso – abbiamo voluto dare un’impronta speciale accogliendo per la prima volta Nazioni ospiti, cioè le cosiddette Guest Nation, quest’anno Brasile e Colombia, i cui relatori saranno coinvolti all’interno delle tavole rotonde e delle sessioni scientifiche della SIOT e ognuno porterà l’esperienza del proprio Paese nell’ottica di un maggiore arricchimento di tutti noi ortopedici. Un’altra novità del Congresso di quest’anno è la SIOT 24 Experience cioè un percorso obbligato di apprendimento per oltre 50 specializzandi nominati dai Direttori delle loro rispettive Scuole che ascolteranno i dibattiti e seguiranno sessioni scelte per loro realizzando un determinato percorso formativo per tutti i tre giorni all’interno delle sessioni scientifiche. Vogliamo ringraziare i colleghi, la SIOT tutta e l’organizzazione per aver contribuito alla realizzazione del Congresso SIOT 2024”.

La cerimonia inaugurale oggi pomeriggio ospiterà la Lectio Magistralis dal titolo “ITALIA: IL NUOVO MELTING POT IN EUROPA? Il futuro dell’ortopedia nella nuova società italiana”, alla quale interverranno Javad Pavizi, ortopedico di fama mondiale che racconterà la sua esperienza di immigrato fuggitivo dall’Iran dopo la caduta dello Scià arrivando fortunosamente prima in Inghilterra e poi in America e Vincenzo Denaro, Direttore Scientifico Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, che offrirà un’analisi dell’ortopedia di oggi.

“Si apre una nuova edizione del nostro Congresso nazionale – sottolinea Alberto Momoli, Presidente SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Bortolo, Vicenza – un’opportunità di grande confronto e dibattito tra i numerosi esperti nazionali e internazionali che ospiteremo durante le tre giornate. Il Congresso nazionale vuole essere il momento di sintesi non solo delle tematiche relative alla ortopedia e traumatologia, ma anche un’occasione di condivisione di studi ed esperienze, con uno sguardo attento rivolto sempre ai giovani specializzandi che sono il futuro della nostra professione”.

 “Il 107° Congresso SIOT – aggiunge Pietro Randelli, Direttore Prima Clinica Ortopedica, Istituto Ortopedico Gaetano Pini-CTO, Milano e vice presidente SIOTsi caratterizza per la messa a fuoco di tutte le più importanti tecnologie che oggi possiamo utilizzare per la protesizzazione delle grandi articolazioni. Oggi sappiamo che al chirurgo è richiesta una precisione assoluta in sala operatoria e che gli impianti inseriti con massima precisione possono assicurare risultati eccellenti in più del 90% dei pazienti. Per questa ragione abbiamo inserito nel programma numerosi simposi e letture riguardo la chirurgia robotica e riguardo la personalizzazione delle protesi. In particolare, per quel che riguarda la protesizzazione personalizzata con protesi su misura questa sembra essere un futuro ormai prossimo”.

 Focus delle prime giornate del Congresso SIOT 2024:

Le protesi di caviglia oggi

Bruno Magnan, Direttore U.O.C. Ortopedia e Traumatologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona

Oggi in Italia registriamo circa un migliaio di interventi di protesi di caviglia, un numero ben inferiore certamente alle decine di migliaia di interventi di anca e di ginocchio. Ma i numeri sono aumentati se li confrontiamo con gli anni 90 in cui ci attestavamo sui 100-150 interventi all’anno che erano realizzati in soli tre centri pilota. All’inizio degli anni 2000 siamo arrivati a 400- 450 interventi e oggi siamo intorno ai 900/1000 interventi in circa 8-10 centri in Italia. Riguardo il target, la fascia di età oggi per una protesi di caviglia è tra i 40 e i 75 anni; dal momento che nessun impianto è eterno, i pazienti più giovani, dovrebbero considerare che nella vita potrebbero dover affrontare un secondo intervento. Una protesi, in generale, ha un ciclo di sopravvivenza di circa vent’anni. Le novità riguardo le protesi di caviglia sono principalmente due: la prima riguarda le strumentazioni paziente-specifico, in inglese Patient Specific Instrumentation (PSI): si inviano le tomografie computerizzate nei laboratori che studiano il caso e che preparano delle mascherine di taglio preconfezionate personalizzate per il paziente. Questo rappresenta un passo intermedio per arrivare alla robotica che per le protesi di caviglia ancora non esiste. La seconda grande novità sono le protesi custom made, più innovative delle protesi standard in commercio quando quest’ultime non garantiscono un impianto sufficiente a colmare delle perdite ossee importanti che siano post traumatiche, tumorali o di altro tipo: sulla base della TC della caviglia sana si ricostruisce virtualmente la perdita ossea e la protesi “personalizzata” viene infine realizzata mediante stampa 3D.

L’Intelligenza artificiale in ortopedia

Erika Maria Viola, UOC Ortopedia e Traumatologia ASST Cremona, Presidio Ospedaliero di Cremona

L’Intelligenza Artificiale (AI) ha dimostrato un potenziale straordinario nel supportare anche i medici attraverso l’analisi dei dati, gli algoritmi predittivi e le tecniche di imaging avanzato.

Come Ortopedici e come Traumatologi, dedicati quindi al trattamento delle malattie e degli infortuni dell’apparato muscolo-scheletrico, stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione grazie all’applicazione di AI: le tecnologie avanzate offrono una maggior sensibilità in tema di diagnosi, la possibilità di implementare tecniche chirurgiche consolidate e la possibilità di ideare, valutare e rendere rapidamente riproducibili tecniche chirurgiche innovative. I pazienti dal canto loro possono usufruire di metodiche altrettanto innovative che li accompagnano durante i percorsi di guarigione e di riabilitazione, fornendo loro un feed back motivante e, nello stesso tempo, rendendo più oggettivo e continuo il monitoraggio dei risultati da parte dei professionisti della salute.

La precisione è quindi senza precedenti e consente se necessario di personalizzare il trattamento in tempo utile. Un tempo utile, anch’esso, reso ottimale dall’aiuto di AI. Sempre nell’ambito di una eventuale necessaria personalizzazione, è e sarà in futuro ancor più possibile operare scelte basate su un’esperienza condivisa e ponderata di casi analoghi. AI è quindi da intendere come un prezioso aiuto che lavora in sinergia con le competenze cliniche umane per elevare gli standard di cura, rispondendo in modo più efficace alle esigenze dei pazienti.

Le attuali possibilità e le prospettive saranno condivise in modo estremamente pragmatico in seno alle sessioni dedicate ad AI e alla fragilità, in presenza di professionisti che con l’Ortopedico e il Traumatologo condividono l’ideazione, l’attuazione e la legislazione.