Alitalia dovrebbe diventare proprietà al 100% di Ferrovie dello Stato, il gruppo dei treni. Bravi, cinquestelle e leghisti e democraticisti e fratellisti d’Italia e forzitalisti e sinistri etc etc: ce l’avete fatta.
Erano anni che tutti ci giravano intorno come avvoltoi, facendo finta di non sentire, non vedere, non saper fare di conto… sembra proprio che non volessero rinunciare al fascino della divisa verde delle hostess, al poter pronunciare in qualche occasione le fatidiche parole “compagnia di bandiera” e sentirsi così importanti al pari delle bandiere francesi (grossomodo) e russe… altre (di una certa stazza e notorietà, al momento non ce ne vengono in mente).
Sì, sono in tante che sono spacciate per tali, ma sappiamo tutti che non lo sono, altrimenti sarebbero morte e stramorte… o forse qualcuno, per esempio e non a caso, vorrebbe dire che la KLM è compagnia di bandiera dei Paesi Bassi? Certo, occorrerebbe intendersi cosa possa significare “di bandiera”… allocuzione spesso usata a sproposito e quasi sempre “sinonimo” di “simbolo”.
Ma tutti sappiamo che stiamo parlando di due cose diverse. Qui, da noi o a casa tua (come un’insegna di una trattoria nostrale), non si scherza: 100% e a chi? Al Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, partecipata, a sua volta, al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Alitalia, quindi, torna tutta allo Stato italiano, dopo le scorribande azionarie degli anni passati, famose per aver succhiato soldi a qualche fessacchiotto, italiano e non, che non sapeva dire di no ai vari governanti che si sono alternati avvolgendosi del tricolore nazionale, quello che compare anche sulle code degli aeromobili e sui lustrini delle ragazze e dei ragazzi in verde che ci servono le brodaglie/caffé quando abbiamo l’ardire di usare queste ali per andare da qualche parte.
Quindi, che sia chiaro a tutti: ci stiamo preparando ad una meravigliosa avventura che, con tanto di pernacchie ai vari vettori lowcost – che tutti gli aeroporti italiani fanno carte false pur di portarli sulle proprie piste – ci farà tutti responsabili della compagnia di bandiera. Ci spieghiamo meglio: tutte le volte che qualcuno si sentirà fortunato perché ha prenotato un volo a 9 euro per andare a Londra o Barcelona (magari in piedi – fra non molto… – comunque 9 euro), è bene che sappia che, con le tasse di quel volo come con quelle dell’acqua dello sciacquone, sta finanziando tutti quelli che, invece di 9 euro, per andare a Londra o Barcelona ne pagano 400. Ma vuoi mettere la soddisfazione di non aver fatto licenziare tante persone, di poter dire in giro per il mondo di essere italiani dell’Alitalia?
Questa è l’economia del futuro. In bocca al lupo!
Vincenzo Donvito, presidente Aduc