Nel 2022 il Piemonte è stata l’area Europea maggiormente colpita dalla scarsità di pioggia e dal conseguente processo di desertificazione, come ha segnalato anche il TGR Piemonte del 15/1/2023: “Il Piemonte è la zona peggiore d’Europa per la siccità negli ultimi 12 mesi. A rilevarlo è uno studio dell’Organizzazione meteorologica mondiale che ha confrontato i dati di neve e pioggia del 2022 con quelli della media degli ultimi 30 anni. Rispetto al resto del Piemonte la situazione della valle di Susa è ancor peggiore perché si tratta di una valle tendenzialmente secca.
Per la Pro Natura Piemonte, il Rapporto finale della “Analyse des etudes faites par LTF sur le projet Lyon – Turin (section internationale)” realizzata dalla COWI A /S su incarico della Direzione Generale Trasporti della Commissione Europea, DG TREN, su mandato del Parlamento Europeo, uscito nell’ aprile 2006, rappresenta un documento fondamentale per la denuncia dei possibili effetti della realizzazione della sezione transnazionale della nuova linea ferroviaria sulla risorsa acqua locale.
A pag 48 il rapporto COWI dice che LTF (precedente nome della TELT sas) ha stimato che i due tunnel principali, quello di base e quello di Bussoleno, (poi sostituito dal tunnel dell’Orsiera ora appartenente alla tratta nazionale), capteranno un flusso complessivo di acque sotterranee che equivale ad una portata compresa tra 60 e 125 milioni di metri cubi all’anno, che può essere comparata al fabbisogno annuale di una città di più di 1 milione di abitanti.”
Il rapporto COWI sottolinea inoltre a pag 50 del testo francese che:
“Contrariamente agli studi su ogni singolo punto d’acqua, LTF non ha prodotto alcuna conclusione sul bilancio idrico, sull’influenza sulla portata minima e sui relativi impatti ambientali.”
ed a pag. 51 che “E’ quindi richiesta una migliore documentazione per determinare dove questi effetti possono manifestarsi ed essere accettabili”.
Pertanto scrive che:
“Dovrà essere fatta una valutazione di questi aspetti per identificare le eventuali zone critiche e le misure di precauzione da adottare.”
E “Si raccomanda di condurre degli studi sugli impatti del drenaggio del tunnel nella sua totalità al fine di identificare i cambiamenti del livello delle acque, delle portate che si possono attendere nei bacini idrografici interessati e mettere a punto misure di precauzione” (Per contro, sino ad oggi, LTF/TELT ha fatto un censimento ed una misurazione delle sorgenti, ma non ha prodotto studi e previsioni degli effetti della captazione.)
La verifica fatta da Pro Natura Piemonte sulle venute d’acqua conseguenti alle grandi opere realizzate tra Chiomonte e Venaus in questi decenni: come le gallerie della autostrada del Frejus, la centrale elettrica in caverna della AEM e il tunnel geognostico della Maddalena, consente di stimare una sottrazione di 400/500 litri al secondo su di una tratta di 6 chilometri in linea d’aria che è solo 1/8 di quella del tunnel di base della nuova linea ferroviaria ed a stimare che, nella forcella di previsione data dalla COWI, ci dobbiamo attendere il valore più alto, quello che ipotizza la sottrazione continua di 100 milioni di mc di acqua all’anno, pari al volume di 40 piramidi di Cheope, per il solo tunnel transfrontaliero.
L’esposto di Pro Natura Piemonte
Che il progetto, arrivato al momento della assegnazione degli appalti senza procedere ad una analisi delle conseguenze future della sottrazione di una gigantesca quantità di acqua, come invece era stato richiesto dalla analisi COWI commissionata dalla Direzione Generale Trasporti della Commissione Europea, può consapevolmente determinare un DISASTRO (cosiddetto innominato come descritto all’articolo 434 del codice penale) esponendo, al concreto ed attuale pericolo per l’incolumità, un numero elevatissimo ed indeterminato di persone che si troverebbero private di una consistente quantità del bene primario “acqua.”
In tale condotta potrebbero rinvenirsi pure gli estremi del reato di DISASTRO AMBIENTALE, come definito dall’art. 452 quater del codice penale, a carico delle persone fisiche che, in questo tempo, hanno avuto la rappresentanza della società LTF s.a.s, poi TELT s.a.s. per avere omesso una valutazione adeguata delle conseguenze dell’opera, per di più nel quadro di una situazione di grave emergenza idrica in prospettiva futura