L’Anaao Assomed denuncia la strisciante clinicizzazione degli ospedali italiani che prosegue purtroppo senza sosta. Camuffata da integrazione tra medicina ospedaliera e medicina universitaria, è un fenomeno tipico dei rapporti tra Facoltà di Medicina e Ospedali del SSN, da sempre caratterizzati da frizioni, conflittualità, contenziosi infiniti, concorrenza su molti fronti. I due sistemi sono oggi, di fatto, estranei l’uno all’altro, scarsamente permeabili, con personale separato da prerogative e compiti differenti, in una condizione che rende teso il rapporto e difficile la collaborazione.
“Uno dei più rilevanti motivi di contrapposizione – commenta Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale Anaao Assomed – è costituito dalla progressiva occupazione degli spazi, e delle carriere, ospedalieri, attraverso l’utilizzo della didattica come grimaldello per l’accesso alla direzione delle strutture assistenziali. Malgrado non esista alcuna motivazione di ordine organizzativo, professionale, economico o giuridico, l’identificazione di strutture assistenziali esterne all’Azienda di riferimento “necessarie” allo svolgimento delle attività didattiche viene strumentalmente utilizzata per affidare a personale universitario, a ricompensa di una mancata carriera accademica, posti apicali che la normativa assegna al SSN”.
L’Anaao Assomed rifiuta di condannare i medici ospedalieri a cedere spazi e competenze all’espansionismo universitario per rifugiarsi nella riserva di un SSN povero e per i poveri, lasciando ad altri le magnifiche e progressive sorti della formazione, della didattica e dell’assistenza nei settori ad alta specializzazione.
Tocca alle Regioni intervenire – sollecita Di Silverio – per rendere i rapporti Università-SSN meno conflittuali e più rispettosi dei reciproci fini istituzionali. Anche per costruire il livello di integrazione necessario a superare il vissuto da “separati in casa” che caratterizza la situazione attuale.