Ieri, 21 luglio, l’ennesimo collega è caduto “sul campo”. Turni di lavoro massacranti, condizioni di lavoro indecorose, carichi di lavoro insostenibili, quanto ancora dovremo soffrire e quanto ancora dovranno soffrire i cittadini prima che ci si accorga che siamo alla fine?
I titoli di coda del sistema sanitario pubblico e universalistico coincidono con quelli di un governo nato per tirarci fuori dal baratro, ma che nel baratro ci ha accompagnati con le ultime scelte imprevedibili.
E nel baratro ci è finita anche la Sanità. Non è bastato l’immenso impegno profuso dal personale sanitario durante le fasi più drammatiche della sindemia COVID-19. Non bastano le aggressioni che continuiamo a subire quotidianamente e non basteranno neanche i decessi o il burnout crescente che accompagna ormai più del 30% del personale medico e sanitario.
E allora? Dal momento che la nostra presenza all’interno degli ospedali non è stata fino ad oggi percepita e considerata, è il momento di far sentire la nostra assenza dal sistema ospedaliero.
È il momento di far comprendere come sarebbe un paese senza medici e dirigenti sanitari, quegli stessi che reggono quotidianamente il sistema sanitario e costantemente vengono rigettati dallo stesso come fossero indigesti. Non è più il tempo degli appelli, caduti costantemente nel vuoto.
Ci rivogliamo pertanto al Governo e a tutto il Parlamento, alla fine di un percorso, per chiedere di compiere un gesto che salverebbe in parte, quanto meno il decoro, dopo l’atto di irresponsabilità compiuto. Date un segnale di interesse verso la nostra professione e verso la sanità.
Lasciate la legislatura con un atto rivolto alla cittadinanza, prima ancora che ai medici e ai di dirigenti sanitari, la stessa alla quale tra pochi giorni andrete a chiedere di rinnovarvi o di darvi la fiducia per rappresentarli.
Soprattutto pensate a quanto fatto per i dirigenti medici e sanitari in questi anni.
Solo promesse, impegni, lodi e gagliardetti, e qualche isolato ed encomiabile tentativo di sollevare una quesitone medica per la verità che il Ministro della sanità ha tentato di fare.
Capirete che la dignità professionale non si può acquistare con pochi spiccioli, ma va invece salvaguardata considerando la dignità e la qualità del lavoro.
Ci avete chiesto pazienza, sacrifici, tempo e quel tempo che ci avete chiesto e sottratto oggi è terminato.
Un gesto semplice varrebbe forse tutto il vostro mandato, permetterebbe quanto meno di presentarvi alle imminenti elezioni con un minimo di dignità.
Altrimenti ponete fine a questa tragicommedia, ma non venite a bussare alle nostre porte, non bussate alle porte dei cittadini cui avete impedito e negato di fatto le cure universali e omogenee come sancisce la nostra costituzione.