Anche i single possono adottare bimbi stranieri. Un nuovo paradigma per il diritto

La Corte Costituzionale ha preso una decisione che è destinata a rimettere in discussione tutto ciò che fino ad oggi sapevamo sulle adozioni.

Con la sentenza n. 33, pubblicata in data odierna (1), è stata sancita l’illegittimità costituzionale dell’art. 29Bis, comma 1, della Legge 04 Maggio 1983, n. 184 che sanciva il divieto delle persone single di presentare la loro dichiarazione di disponibilità ad adottare un minore straniero residente all’estero, e di chiedere al Tribunale dei Minorenni, la cui competenza va individuata sulla base della loro residenza, di dichiarare la loro idoneità all’adozione.

Il passo è fondamentale perché ai single fino ad oggi era preclusa la possibilità di adottare, potendo invece ottenere solo l’affido temporaneo.

La sentenza costituisce uno spiraglio che potrà finalmente portare a una forma di equità ed eguaglianza.

Tuttavia, non sono solo rose, perché la possibilità di adottare non è estesa a tutte le adozioni ma, almeno per il momento, contempla solo quelle speciali, mentre le adozioni rimangono escluse per le persone omosessuali,  nonché per chi ha contratto una Unione Civile.

Perché allora la sentenza è così importante?

Vi sono diverse persone che avrebbero desiderato adottare un bambino, che avrebbero anche avuto la possibilità giuridica e la condizione economica necessaria, ma veniva loro negato questo diritto. Fondandosi su un pregiudizio, un retaggio: “I bambini devono avere due genitori”.

Pregiudizio molto evidente.

Da dove si desume che un single ami di meno un bambino rispetto ad una coppia? Perché una coppia dovrebbe saper gestire meglio un bambino?

In fondo le cronache, e i Tribunali, sono pieni di casi in cui le cd. famiglie tradizionali si sono rivelate essere del tutto inidonee alla gestione di un bambino!

Mai, sino ad oggi, si è tenuta in adeguata considerazione che alle volte ci sono dei genitori che di fatto crescono i figli da soli (per lo stato di vedovanza, per questioni di lontananza o di malattia dell’altro genitore), ed è per questa ragione che questa sentenza è importante.

Ora bisogna aspettare che il Parlamento muti la propria posizione, apra gli occhi ed affronti quella che è la realtà. Cambiamento da cui non può più esimersi.

I diritti vanno tutelati ed i bambini hanno maggiore possibilità di stare bene anche con un solo genitore piuttosto che in un Istituto!

 

Sara Astorino, legale, consulente Aduc

 

1 – https://www.aduc.it/generale/files/file/newsletter/2025/marzo/pronuncia_33_2025.pdf