“Pur non conoscendo Antonello Montante, non avendolo mai incontrato – dichiara Antoci – mi sono sentito questa sera in dovere, dopo averne per correttezza aspettato una sentenza per la quale dobbiamo ringraziare la Magistratura, di prendere spunto da questa squallida vicenda per porre una riflessione ma, soprattutto, per accendere una speranza, consentendo a questa esperienza di portare insegnamento e monito”.
“Intanto, Giustizia è fatta! Occorre però dire basta, assolutamente basta – continua Antoci – a chi fa a gara ad essere più antimafioso dell’altro, a ergersi ad icona Antimafia, come se questo consentisse patenti e privilegi. Basta con Professionisti e Professori. Bisogna tornare alla normalità, a quella normalità che ti porta a fare solamente il tuo dovere, non per avere tornaconti personali ma farlo solo esercitando il dovere di cittadinanza e porre al primo posto la propria coscienza. Questa vicenda – continua Antoci – per la quale sono indignato, mortifica tanti che hanno fatto della lotta alla illegalità e alle mafie un loro impegno semplice e sincero, a chi per tale impegno è morto o ha rischiato di morire, a chi per tutto ciò ne ha perso libertà e pace per sé e la propria famiglia, questo Montante ha offeso. Ecco, io sono uno di quelli, che non ha cercato mai nessun tornaconto, che non ha mai cercato incarichi o consulenze, sono uno dei tanti ma tanti ce ne sono, che ha fatto e fa solo il proprio dovere. Per fare questo non bisogna essere né professionisti né professori, basta essere solamente delle brave persone. Ecco, ripartiamo da lì… dalle brave persone, rimaniamo però indignati per quelli che, come dimostra questa sentenza, brave persone non lo sono state. Il rammarico – conclude Antoci – è che dai più erano proprio considerati nella peggiore delle ipotesi dei Professori ”.