Questa pandemia è il frutto avvelenato del nostro sistema di produzione e consumo, del nostro modo di vivere il territorio, di stare sulla madre terra.
È quanto affermano gli indipendentisti di Antudo in riferimento alla pandemia da Covid-19 che ormai da quasi un anno sta tormentando tutto il mondo. Da marzo scorso viviamo in un “tempo pandemico”: indossiamo le mascherine, ci salutiamo con i gomiti, cambiamo i nostri riti – quello della cura dei nostri cari e del lutto, sopra ogni altro; sperando che quella che stiamo vivendo sia una “infausta parentesi”, e “dopo”, quando saremo “salvi”, quando tutto questo sarà finito, vivremo di nuovo la nostra “meravigliosa” vita.
«Ma il futuro che si prospetta è il nostro passato. In questo presente è assordante il silenzio della politica. Lo scontro è tutto tra istituzioni, tra governo centrale e regioni, tra ministri e governatori, tra governatori e sindaci. Il “funzionamento”. La politica di fronte a quest’ultima crisi dell’umanità è muta. Non c’è una sinistra e non c’è una destra – c’è solo la tecnica amministrativa – e le frizioni sono sulle “misure” da prendere. Non ci sono né sinistra e né destra perché entrambe “condividono” questo sistema di produzione e consumo e non individuano in esso la relazione con la pandemia.
La parola è lasciata agli Esperti, ai virologi, agli indici e ai coefficienti» – afferma Luigi Sturniolo di Antudo.
Ma a un anno dalla pandemia, il contagio – nella lettura degli “esperti“ – è “fuori controllo”. Il Governo sta puntando tutto sulle differenziazioni territoriali, dividendo le regioni tra zone rosse, arancioni e gialle. La Sicilia sarà in zona rossa fino al 31 gennaio; su quali misure verranno adattate subito dopo si sa ancora poco.
Ma Sturniolo controbatte: «Le zone “covid free” (quelle che si promuovevano per il turismo estivo) non ci sono più. Con questi dati di tendenziale “omologazione” del contagio, la differenziazione dei colori delle regioni – tra giallo, arancione e rosso – è un esercizio vuoto, come d’altronde gli stessi “tecnici” a capo dei comitati riconoscono. Peraltro, il cambio delle colorazioni è ravvicinato, le differenziazioni sono minime, e seguirle è diventato praticamente impossibile».
Sulla scelta delle restrizioni da adottare pesa di certo la contraddizione tra salute e economia, la più profonda e grave delle contraddizioni. Nel frattempo, però, i morti per Covid aumentano; e sono per lo più anziani, malati, fragili. I più deboli. Quelli che avrebbero dovuto esser più protetti.
«Questa pandemia gronda sangue, certo, ma è questo sistema che gronda sangue. La situazione della sanità fa schifo, le ASL pasticciano, imbrogliano, le terapie hanno fatto cilecca e morti: quanti morti per criminali intubazioni? Quanti morti per lentezza nei soccorsi e per terapie sbagliate? Ma ciò che appare evidente e che ha avuto un peso rilevante è anche l’incapacità politica dei governanti a dirigere l’emergenza. La stessa “vaccinazione di massa”, che era propagandata come l’arma finale, cammina a rilento, è in una situazione confusionale – e non sappiamo che reali percentuali di copertura dà o fino a quando; se sarà efficace contro le mutazioni del virus. Anche sulla cassa integrazione, sui ristori, sui bonus, sul reddito di emergenza – i problemi sono molteplici, con ritardi, insufficienze e inefficienze» – continua.
Che fare quindi? Ormai lo dicono anche gli stessi vertici “tecnici” che la gestione dello “stop and go”, del “apri e chiudi” provoca ogni volta un aumento dei contagi. Fermare tutto allora?
«C’è un dato importante che qui in Sicilia avrebbe dovuto far riflettere chi ci governa: gli unici posti al mondo dove il contagio è “sotto controllo” sono le isole, dove cioè c’è stato un immediato controllo dei confini.
Ma ora questo elemento geografico-sanitario da solo non basterebbe: si correrebbe il rischio di trasformare l’isola in un universo concentrazionario – come una prigione; le prigioni sono chiuse ai “confini”, ma una volta entrato il virus si trasformano in un inferno se non vengono messe in opera tutte le misure di intervento e di cura. È il tempo di prendere nelle nostre mani il destino delle nostre vite, della nostra salute e della nostra economia. Occorre fermare questo sistema di produzione e consumo impazzito. Il momento è adesso. Se non lo fermiamo, continueremo a morire» – conclude Sturniolo.
Blocco totale di tutte le produzioni industriali nocive e ad alta concentrazione operaia; mappatura generale del contagio sui nostri territori (tamponi, test, tracciamenti); controlli sanitari ai confini; assunzione di personale medico e paramedico; sviluppo della medicina territoriale. Ma soprattutto, sostegno incondizionato alle famiglie siciliane: mille euro per tutti. È questa la proposta di Antudo per liberare la Sicilia dal virus una volta e per tutte.