Nei giorni scorsi, nelle province di Alessandria, Cuneo e Vercelli, i militari del Nucleo Investigativo di Asti, attivamente supportati dai Comandi territorialmente competenti, hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 20 giugno scorso dal G.I.P. di asti, nei confronti di 4 persone.
Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine pluriaggravate in abitazione mediante raggiro ai danni di persone anziane.
Questo provvedimento restrittivo costituisce il completamento delle strutturate e complesse indagini svolte dal Reparto operante a partire dallo scorso mese di gennaio, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, e che hanno già consentito, il 16 maggio scorso, di arrestare 7 componenti del gruppo criminale, coinvolti in 18 episodi delittuosi in danno di anziani commessi mediante il noto raggiro del “finto tecnico dell’acquedotto”.
La successiva progressione delle indagini, da cui scaturisce la presente ordinanza cautelare, ha portato all’identificazione di due nuovi componenti del sodalizio e documentare ulteriori 13 raggiri commessi in aprile e maggio 2023 in Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna, caratterizzati anche dalla figura del “finto carabiniere”, utilizzata per rassicurare le vittime durante i falsi controlli idrici eseguiti dai complici all’interno delle abitazioni degli anziani.
Nello specifico, sono stati attribuiti a vario titolo agli indagati episodi criminosi verificatisi in Asti, Poviglio (RE), Bruno (AT), Castell’Alfero (AT), Camerano Casasco (AT), Neive (CN), Caresana (VC), Prarolo (VC), Calendasco (PC), Pecetto di Valenza (AL), Villanova D’Ardenghi (PV), Cereseto (AL) e Garlasco (PV).
Inoltre, come già contestato nel precedente provvedimento restrittivo, per alcuni fatti, è stato rubricato il delitto di rapina pluriaggravata per l’accertato uso di sostanze urticanti durante l’azione criminosa, circostanza perfettamente riscontrata nel corso delle perquisizioni eseguite il 16 maggio con il sequestro di diverse bombolette di spray anti-aggressione.
Nel complesso, i proventi delle illecite attività predatorie contestate alle persone indagate si aggirano attorno a centomila euro.