Il presidente dell’IVASS (istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) è stato preciso nella sua relazione (1): i lockdown hanno lasciato molti più soldi nelle casse delle assicurazioni con profitti che hanno raggiunto + 45% (Rc-auto e non solo). 2,2 miliardi di euro rimasti in cassa. I premi Rc-auto sono calati del 5,5%, ma gli oneri relativi ai sinistri sono calati quasi del 20%. Dove è finita la differenza percentuale? Solo 800 milioni sono stati restituiti, su base volontaria, agli assicurati.
Ci immaginiamo se, invece dei lockdown, fosse continuato l’aumento del traffico e, pur non necessariamente, l’incidentalità: la prima reazione sarebbe stato Rc-auto alle stelle! E tutti a disquisire che non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che le assicurazioni non sono istituti di beneficenza.
Chi oggi disquisisce che i premi dovrebbero essere restituiti? Ce lo ricorda l’IVASS ma, per l’appunto, ce lo ricorda. Punto.
Nel libero mercato ognuno fa come crede. Giusto. Ma che libero mercato è quello in cui una parte – l’utenza – è obbligata a contrarre e il fornitore fa quel che vuole? Che qualcosa non torna va molto in evidenza in casi come oggi: sudditanza dell’utenza ai fornitori del servizio.
Facile fare i liberisti sapendo che i tuoi clienti sono obbligati a contrarre. Certo, non proprio con l’azienda A o B, ma con i membri della corporazione sì! Per cui la stessa si mette d’accordo e fa sì che nel mercato non ci siano differenze tali da indurre l’utente a scegliere un servizio piuttosto che un altro, ma una certa omogeneità che garantisca a tutti il proprio pezzetto. Oggi con i super-guadagni delle assicurazioni da calo dell’incidentalità e il calo simbolico dei premi, questa contraddizione esplode. E’ garantito che sarebbe irrilevante se il mercato fosse libero per tutte le parti.
Rc-auto non obbligatoria? Perché no? E’ per caso obbligatoria l’assicurazione per un pedone o un ciclista o per i monopattini?
1 – https://www.ivass.it/pubblicazioni-e-statistiche/pubblicazioni/relazione-annuale/2021/index.html
Vincenzo Donvito, presidente Aduc