Bologna – Pronti via, e la riforma del Tribunale della famiglia e già a rischio flop. Meglio aspettare. A mettere in guardia su questo il Guardasigilli Carlo Nordio è una lettera dell’Associazione nazionale forense (Anf) convinta che “allo stato non ci siano i presupposti organizzativi per far sì che” l’intento che la riforma si prefigge, “possa essere raggiunto, consentendo alla riforma di dare buona prova di sé sin dalle prime battute al contrario di come è avvenuto per la riforma del processo civile ordinario” che, dopo un anno, “non sembra abbia dato buona prova di sé”.
Di qui l’appello del segretario generale dell’Anf, Giampaolo Di Marco, a Nordio: “Aprire un confronto immediato che permetta di analizzare le criticità, attuare le iniziative migliori che permettano alla riforma di raggiungere gli obiettivi prefissati anche mediante un temporaneo differimento dell’entrata in vigore”. Anf ha deciso di segnalare i rischi dopo uno specifico approfondimento sulla riforma. E chiede un rinvio.
La riforma prevede un Tribunale unico e specializzato per le persone, per i minorenni e le famiglie, articolato su base circondariale (presso ogni sede di Tribunale ordinario), e distrettuale (presso ciascuna sede di Corte d’Appello). Questo però “senza nuovi oneri per la finanza pubblica e, quindi, all’apparenza, senza alcun ampliamento di organico della magistratura e del personale amministrativo. Il nuovo Tribunale sarà, quindi, formato dagli attuali giudici del Tribunale per i minorenni, dai giudici delle Sezioni Famiglia e Minori delle Corti d’Appello, su loro domanda (per la sezione distrettuale), dai giudici che operano presso i Tribunali ordinari, su loro domanda (per la sezione circondariale)”, evidenzia Di Marco. Ecco quindi che si delineano “rilevanti aspetti problematici, sia dal punto di vista sistematico, sia organizzativo”.
Il problema del Tribunale della famiglia ai nastri di partenza aveva fatto capolino già due giorni fa in commissione Giustizia della Camera nelle audizioni sullo schema di decreto legislativo in tema di efficienza del processo civile, la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata. In questa sede, Di Marco aveva segnalato la “richiesta di riflessione” avanzata a Nordio “non perché riteniamo che un rito ad alta specializzazione sia inutile in questo settore del diritto, ma perché riteniamo che, per come è congeniato dal punto di vista organizzativo, sia pericolosissimo“. Con Tribunali distrettuali su base circondariale si va in una direzione contraria alla “riflessione fatta all’orgine, di avere Tribunali con sezioni ad alta specializzazione in materia di famiglia”. Il rischio, per Anf, è appunto “che ci siano situazioni in cui è impossibile attuare la riforma con lo spirito con cui è stata concepita”.
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