Adolescenti ancora invisibili nei provvedimenti emanati al rientro dopo la pausa natalizia: contrariamente all’impegno declamato a dicembre, soltanto studenti e studentesse di Toscana, Valle D’Aosta e Abruzzo sono rientrati in classe l’11 gennaio e, seppur messi a piano rinforzi per i mezzi pubblici, molte le Regioni che hanno rinviato anche con scarso anticipo la ripresa delle lezioni in presenza.
Con scuole secondarie ancora chiuse da dieci mesi e i limiti ormai riconosciuti della DAD, sono minati i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e con essi il futuro dei nostri ragazzi e ragazze e del nostro Paese. Questa in estrema sintesi l’oggetto dell’appello urgente, che è stato consegnato martedì 12 gennaio alle ore 9 a Nicola Zingaretti, presso il Palazzo della Regione Lazio e presentato in un incontro all’Assessore Scuola e Formazione della Regione Lazio Claudio Di Berardino da una rappresentanza della comunità scolastica, associativa, scientifica, culturale del Paese.
Gli studi dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) italiano dimostrano lo scarso contributo dato dalla scuola all’epidemia in Italia: solo il 2% dei focolai nel periodo 31 agosto – 27 dicembre. Il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha ribadito che la scuola in presenza con le misure di distanziamento e protezione non è un driver dell’infezione, concludendo che “Chiudere le scuole non è un modo efficace per combattere l’epidemia”.
“La strategia italiana è stata ed è ad oggi fondata sulla chiusura delle scuole superiori, e non basata sui dati e sulle evidenze scientifiche che vedono il contagio diffondersi maggiormente in altri luoghi che invece vengono mantenuti aperti. È necessario che i nostri rappresentanti invertano la rotta, ascoltino le richieste che arrivano dalle comunità scolastiche, diano priorità alla scuola, ritornino ad essere garanti della tutela dei diritti costituzionali e dei minori, attualmente violati dalle disposizioni governative italiane”, Dichiara Costanza Margiotta, docente universitario e promotrice di Priorità alla Scuola.
Le richieste dei firmatari si rivolgono a chi di competenza focalizzandosi in primo luogo su interventi di immediata e urgente esecuzione per garantire la didattica in presenza, la prevenzione sanitaria, la qualità dell’apprendimento. Accanto alla riapertura degli istituti scolastici, l’adozione di misure straordinarie per rafforzare i mezzi pubblici, che si adeguino alle esigenze scolastiche e non viceversa; i monitoraggi rapidi a livello scolastico e la tutela dei lavoratori della scuola, che siano considerati categorie prioritarie nella campagna di vaccinazione; il rispetto dei decreti delegati e dei diritti di tutte le componenti scolastiche, in caso di necessaria DAD; una strategia a livello nazionale di monitoraggio della qualità degli strumenti di apprendimento erogati in DAD e sulla dispersione scolastica. Tra le richieste di medio e lungo periodo, i firmatari richiedono urgentemente un piano strategico per il mondo dell’istruzione: che l’investimento nella scuola, infrastrutture e personale, sia preminente nelle scelte del governo, in modo da garantire la sicurezza e permettere un’offerta formativa migliorata per recuperare almeno in parte il gap accumulato.
L’appello è stato contestualmente inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, al Ministro Francesco Boccia in qualità di Presidente della Conferenza Stato e Regioni, alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, alla Presidente della Commissione Infanzia e Adolescenza Licia Ronzulli, all’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti, a tutti i capigruppo parlamentari.
“Finora ci siamo impegnati a rispettare tutte le linee guida anti-contagio emanate dal nostro governo. Ora però, il senso di responsabilità che ci ha guidati in una situazione tragica come quella di marzo non basta più. La DAD è per noi un inganno. Il diritto all’istruzione, costituzionale, ci è stato negato da troppo tempo: è quindi fondamentale rientrare immediatamente in presenza, sappiamo che è basso il rischio di contagio nelle scuole. Abbiamo invece bisogno che il sistema dei trasporti venga reso più sicuro tramite l’implemento di mezzi, e non tramite lo stravolgimento della quotidianità di ognuno di noi. Fin ora poco è stato fatto, le ruote da aggiungere sono quelle di autobus e tram, non di banchi.” Dichiara Pietro Caminiti, Studente del Liceo Virgilio di Roma.
“Come madre, come ricercatrice in virologia e come cittadina, ho ritenuto necessario attivarmi in prima persona, con il supporto di scienziati ricercatori e associazioni ho raccolto dati e analisi per avere una più chiara visione. Il paragone con gli altri paesi europei mostra l’Italia in cima alla classifica di chi ha tenuto più a lungo chiuse le scuole per l’epidemia, ma questo non ci ha aiutati a contenerla meglio. L’Italia ha disatteso le indicazioni dell’OMS e dell’ECDC che raccomandano che la chiusura della scuola sia l’ultima risorsa. E ha violato i diritti dei propri ragazzi e ragazze. Chiedo quindi al Presidente Mattarella e a tutti i soggetti interpellati di intervenire e di farsi promotori di risposte immediate con una visione di lungo periodo” Dichiara Francesca Incardona, madre – amministratore EuResist Network.