Dopo aver portato a termine appena 25.105 immissioni in ruolo, su 57.332 programmate e finanziate, il Ministero dell’Istruzione cerca di correre ai ripari introducendo una deroga temporale, sino alla fine del 2018, che permetterebbe di salvare l’assunzione a livello giuridico, per poi partire con quella effettiva dal prossimo 1° settembre.
Il Ministero dell’Istruzione cerca di recuperare una parte delle oltre 32 mila mancate immissioni in ruolo, su 57.332, attraverso il recupero di 10 mila docenti che si abiliteranno entro il prossimo 31 dicembre grazie al concorso indetto con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018: si tratta di un accantonamento di posti per dei docenti neo-abilitati, che tuttavia non prenderanno concretamente servizio da subito sul posto che verrà loro assegnato.
“La nomina infatti – spiega la rivista Orizzonte Scuola – in questo caso sarà solo giuridica dal 1° settembre 2018 ed economica da quando effettivamente si assumerà servizio, ossia il 1° settembre 2019”. Con tale operazione, il Ministero conta di recuperare circa 10.000 dei posti non assegnati dal contingente 2018/19 o per esaurimento delle graduatorie del concorso 2016 o perché appunto quelle del concorso 2018 non erano ancora pronte. Il recupero dei posti assicurerà ai docenti quel posto che sarebbe spettato loro di diritto se le graduatorie fossero state pronte entro il 31 agosto”.
“I posti accantonati saranno dunque a loro riservati, gli altri potranno invece entrare a far parte delle operazioni successive e quindi essere disponibili ad esempio per la prossima mobilità dei docenti di ruolo. Pertanto, senza alcuna certezza che il prossimo anno quei posti possano ancora essere assegnati per i ruoli. In questo modo si è voluto salvaguardare – sottolineiamo che il decreto non è stato ancora emanato – il diritto dei docenti precari al posto spettante in base alla graduatoria”.
Anief è pronta a difendere le nuove immissioni in ruolo di chi supererà l’anno di prova, qualora la Corte Costituzionale dovesse bocciare il concorso riservato come per le maestre diplomate magistrale. Nel frattempo, rimarrebbero comunque vuote altre 20 mila cattedre da poter assegnare con la riapertura delle Graduatorie ad esaurimento: mantenendo lo sbarramento delle GaE, invece, si andrà verso una sicura stagione di ricorsi e di disorganizzazione scolastica, con decremento certo dell’offerta formativa, dovuto alla mancata continuità didattica, e con l’aumento esponenziale del precariato scolastico che già oggi, con la percentuale record del 13% su una platea di oltre 800 mila cattedre, incarna un pessimo esempio di organizzazione degli organici della PA.