Mare, montagna, campagna o città: qualunque sia la meta delle prossime vacanze, è di fondamentale importanza proteggere dal sole la pelle dei nostri piccoli. In estate, infatti, con le alte temperature e a qualsiasi latitudine, il pericolo scottature è sempre dietro l’angolo.
Il sole è sia un amico che un nemico per la nostra pelle e ancor di più per quella dei nostri bambini.
E se mentre molte patologie dermatologie come la psoriasi, dermatite atopica e vitiligine migliorano grazie agli gli effetti benefici immunomodulanti del sole, durante l’estate sono molte le condizioni cutanee che possono allarmare i genitori e rappresentare delle vere e proprie emergenze dermatologiche pediatriche. Prima tra tutte i rischi derivati dalle scottature.
“È assolutamente necessario – spiega la Prof.ssa Gabriella Fabbrocini, direttrice dell’UOC di Dermatologia Clinica dell’Università di Napoli Federico II – evitare che il bambino esposto al sole si scotti. L’intensa ed incauta esposizione al sole in età infantile, con scottature ed eritemi, è infatti tra i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di tumori della pelle in età adulta”.
Evitare di esporsi nelle ore più calde, dalle 12.00 alle 16.00, far indossare sempre un cappellino e gli indumenti se l’esposizione è troppo lunga, sono alcuni dei consigli per evitare il rischio scottature. Inoltre, usare una protezione con filtro SPF 50+, con formulazione crema e non spray, applicandola 30 minuti prima dell’esposizione e poi ogni ora, e sempre dopo il bagno o aver sudato.
PUNTURE DI INSETTI, BATTERI E ANIMALI: ECCO COME PROTEGGERE LA PELLE DEI NOSTRI BAMBINI IN VACANZA
Non solo il sole. Insetti, batteri e animali possono rappresentare, soprattutto con la loro proliferazione in estate, un potenziale rischio per la pelle dei più piccoli.
Tra queste le reazioni cutanee in seguito a punture di insetti come api, vespe, cimici da letto, pulci e zecche, che in alcuni bambini possono provocare un’eccessiva reattività cutanea sviluppando papule eritematose pruriginose, anche a distanza dal sito di puntura determinando lesioni multiple localizzate al tronco e agli arti, configurando il quadro clinico di orticaria papulosa, caratterizzata da un prurito intenso che talvolta rende irrequieti i bambini e allarma i genitori.
“Molto spesso questo tipo di manifestazioni – continua la prof. ssa Fabbrocini – necessitano di una terapia con antistaminici e corticosteroidi topici e talvolta sistemici. Di qui l’utilità di mettere nella borsa da viaggio spray repellenti per prevenire eventuali punture”.
Sempre in estate, una delle principali preoccupazioni dei genitori al mare è il possibile contatto con le meduse, che provoca un fastidioso bruciore e la formazione di papule e placche orticariodi. La medusa non punge, né morde, ma in risposta ad un potenziale pericolo i suoi tentacoli emettono una sostanza urticante per la pelle.
“In caso di contatto con una medusa – spiega la prof. Gabriella Fabbrocini – è consigliabile lavare subito abbondantemente la parte colpita con acqua di mare, non con acqua dolce, per diluire la tossina non ancora penetrata e applicare creme decongestionanti contenenti sostanze come pantenolo e acido ialuronico e che sono fondamentali se applicati e riapplicate nel corso delle ore successive”.
Anche i ricci di mare e alcune specie della flora marina possono provocare la comparsa di papule pruriginose e nel caso di ricci la formazione di granulomi talvolta di difficile gestione terapeutica.
Al mare un’altra comune evenienza che può spaventare i genitori è l’impetigine, una piodermite causata principalmente da batteri non patogeni quali streptococchi e stafilococchi, capaci soprattutto in condizioni di caldo umido di colonizzare la pelle, soprattutto in presenza di piccole ferite. Questi possono provocare lesioni vescicolari o piccole erosioni ricoperte da croste color miele tipicamente nella zona del costume o al volto, in corrispondenza del naso e della bocca.
“In casi più gravi – conclude la Prof. Fabbrocini – le manifestazioni cutanee si associano a rialzi febbrili e a localizzazioni extracutanee, come quella faringea e renale. Di qui la necessità di una diagnosi precoce e di una terapia tempestiva disinfettando localmente la cute e utilizzando creme antibiotiche, nei casi più gravi e resistenti, con antibioticoterapia sistemica”.
Infine, particolare attenzione anche all’eruzioni che si possono verificare in seguito alla permanenza sulle scogliere. Nel caso in cui tali condizioni si verificassero, niente paura, basta rivolgersi subito allo specialista dermatologo che saprà riconoscerle e trattarle nel modo più appropriato.
Le 10 regole per la corretta esposizione solare nei bambini
- Evitare di esporsi nelle ore più calde (dalle 12 alle 16)
- Usare sempre un cappellino
- Usare una foto protezione con filtro SPF 50+
- Evitare applicare oli abbronzanti
- Prediligere foto protezione con formulazione in crema rispetto alle formulazioni spray
- Applicare la foto protezione 30 minuti prima della foto esposizione e ad ogni ore di sole
- Riapplicare la fotoprotezione dopo aver fatto il bagno o aver sudato
- Se la fotoesposizione è lunga è preferibile indossare indumenti
- Evitare traumatismi che possono indurre un effetto Koebner
- Applicare come doposole una crema idratante a base di urea”
MEDUSE, LE REGOLE IN CASO DI CONTATTO DEI BAMBINI (E NON SOLO)
- Fare uscire il bambino dall’acqua
- Se ci si trova al largo, bisogna sorreggere il bambino e richiamare l’attenzione per farsi aiutare,
- Verificare che non vi siano parti di tentacoli della medusa attaccati alla pelle e, nel caso, eliminarli delicatamente con le mani.
- Evitare di grattarsi o di strofinare la sabbia sulla parte dolorante.
- Non usare ammoniaca, aceto, alcool o succo di limone: peggiorerebbero la situazione.
- Bisogna infine tenere presente che l’area di pelle colpita dalle meduse rimane sensibile alla luce solare e tende a scurirsi rapidamente.
- Per evitare che la pelle si macchi, è bene evitare pomate antistaminiche e occorre tenere l’area colpita coperta o ben protetta da uno schermo solare, fino a quando la razione infiammatoria non scompare (non più di due settimane).
- Applicazione di gel decongestionanti ad azione antiprurito
- Si può usare una crema al cortisone anche se ha un effetto più ritardato: entra in azione dopo 20-30 minuti dall’applicazione, cioè quando la reazione dovrebbe aver già superato il suo picco.