Banca Popolare di Bari: quante banche dovranno saltare prima di renderci conto che il sistema non funziona?

E così sembra concludersi la vicenda della Banca Popolare di Bari nel senso in cui la nostra associazione scrive ormai da molto tempo, prendendosi anche una denuncia per questo.

Nel 2018 scrivevamo: “A meno che qualche altro “navigato” se ne accorga in tempo (è rimasta solo la Banca d’Italia), il futuro è scritto: tra alcuni mesi la Banca Popolare di Bari sarà oggetto di interessamento da parte del Governo (e non solo)”.
A febbraio abbiamo scritto: “Tradotto dall’inglese vuol dire: La Banca Popolare di Bari è già fallita, ma nemmeno stavolta ve lo diciamo“.
Non eravamo dei veggenti, bastava leggere le carte.
Ma cosa faceva la Banca d’Italia nel frattempo?
Perché, ancora una volta, si è permesso che tutto questo accadesse?
Quante altre banche dovranno saltare prima che ci si renda conto che la banca non è un’impresa come tutte le altre e non può essere lasciata al così detto “libero mercato”, il ché significa che quando c’è da fare i profitti li fanno i privati e quando c’è da ripianare le perdite ci pensa il pubblico.
Il sistema bancario va ripensato da capo a fondo così come il ruolo della moneta.
Lo diciamo da anni, come – come dimostra anche questa vicenda – i grilli parlanti, in genere, non fanno un bella fine.
I risparmiatori che hanno perso soldi in questa vicenda, molto probabilmente, vedranno una situazione simile a quelli che sono incappati nei “salvataggi” delle altre banche come Banca Etruria, le banche Venete ecc.
Gli azionisti, naturalmente, saranno quelli più penalizzati e vedranno molto probabilmente un ristoro solo nell’ordine del 30%.
Ancora non ci sono provvedimenti specifici pubblici, ma sarebbe molto strano che si procedesse in modo diverso rispetto a quanto si è già fatto per altri investitori incappati in situazioni simili.

Alessandro Pedone
Responsabile Aduc per la Tutela del Risparmio