Le banche italiane si apprestano a chiudere i bilanci 2019 con un monte utili non inferiore a 12 miliardi di euro. Una cifra che va confrontata con il taglio di oltre 54,2 miliardi di euro, nello scorso anno, dei prestiti alle imprese.
Lo segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui le due principali banche del Paese hanno accumulato profitti per 8 miliardi che proiettano il settore oltre quota 12 miliardi. Nel corso dell’ultimo anno (da novembre 2018 a novembre 2019), lo stock dei prestiti alle imprese si è ridotto di oltre 54 miliardi passando da 696,7 a 642,5.
“L’innalzamento dei requisiti patrimoniali imposti alle banche assieme all’aumento delle coperture sui crediti e all’ alleggerimento dei bilanci dalle sofferenze costruiscono un mix micidiale di vincoli che sta portando al sostanziale blocco dei prestiti alle aziende. Istituzioni politiche e autorità di vigilanza si preoccupano quasi esclusivamente di incoraggiare le fusioni nel settore bancario, tuttavia tali operazioni stanno distogliendo l’attenzione dei vertici degli istituti di credito dalla loro attività tradizionale ovvero quello di essere cerniera di trasmissione tra le banche centrali e la cosiddetta economia reale”. Lo dichiara, commentando i resoconti dell’Assiom Forex di ieri a Brescia, il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara. “La sbandierata e auspicata efficienza delle banche deve essere indirizzata a far crescere il supporto all’economia, mentre la direzione intrapresa è quella di accontentare gli azionisti, tralasciando anche il ruolo sociale che rivestono gli operatori bancari” aggiunge Ferrara.