È innegabile il sostegno che il dittatore bielorusso Lukashenko ha fornito alla Russia dall’inizio della sua seconda guerra di aggressione all’Ucraina, fino ad offrirsi di ospitare il capo della Wagner, Prigozhin, ed i suoi uomini, divenuti mine vaganti per Putin.
Ora, grazie a un’inchiesta del quotidiano inglese “”The Telegraph”, vi sono elementi concreti e circostanziati per accusare Lukashenko di avere contribuito fattivamente alle deportazioni di bambini ucraini dall’Ucraina; più di duemila bambini ucraini sarebbero detenuti in quattro campi in Bielorussia.
L’organizzazione bielorussa “National Anti-Crisis Management” ha depositato una denuncia formale alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, chiedendo che essa spicchi un mandato d’arresto contro Lukashenko simile a quello già emesso nel marzo scorso contro Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini della Federazione Russa.
Solo due giorni fa la Commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione con cui richiede alla Corte Penale Internazionale di “prendere in considerazione un mandato di arresto per Aleksander Lukashenko”.
Ci uniamo anche noi a tale richiesta e chiediamo al governo italiano di sostenere la lotta dell’opposizione democratica bielorussa, legittimamente rappresentata da Svetlana Tikhanovskaya, per una Bielorussia finalmente libera, dopo trent’anni anni, da Alexander Lukashenko.
Lo dichiarano in una nota Massimiliano Iervolino-Segretario Radicali Italiani-Igor Boni-Presidente Radicali Italiani-Giulio Manfredi-Giunta Radicali Italiani