Botti e vittime di Capodanno in crescita. Italia allo sbando?

Secondo il Dipartimento della Pubblica Sicurezza nello scorso dicembre si è registrato il 26,9% in più di denunce nell’ambito dell’attività di contrasto dei botti di Capodanno. Le cronache di queste ore di quanto accaduto la scorsa notte sembrano un bollettino di guerra, tra feriti e morti, e sono impressionanti i numeri di agenti di pubblica sicurezza mobilitati per l’ordine pubblico nella notte di Capodanno (1200 a Roma e 880 a Milano, per esempio).

Non abbiamo ancora presunti squilibrati che tranciano la folla con bolidi a tutta velocità e lasciamo decine di morti come, per esempio, a New Orleans o nei giorni scorsi a Magdeburgo, ma non ci sarà da stupirsi tanto se saremo vittime a breve anche di simili atti. Opera di squilibrati, come dicono in alcuni casi? Casualità, disattenzione, pretesti o salute instabile… di fatto si tratta di episodi in crescita e talvolta anche con violenze maggiori rispetto al passato.

E’ bene rimarcare che quest’anno gli appelli, i divieti (mai tanti Comuni avevano emesse ordinanze in merito) e i controlli sono stati maggiori… ma i risultati sembra siano stati inversamente proporzionali.

Che succede?

Crediamo che il rapporto tra autorità/istituzioni e cittadini sia più logorato. Cittadini meno propensi non solo al rispetto di un altro vissuto come limite ad un se stesso senza accortezze umane e civili, ma soprattutto cittadini che danno scarso ascolto e fiducia alla pubblica amministrazione.

In un Paese dove va a votare anche meno della metà degli aventi diritto, dove è forte l’invito all’illegalità (fiscale soprattutto) anche per livelli minimi di sussistenza, dove i diritti sanciti (quelli sanitari e della giustizia, per esempio) sono sgretolati… in questo Paese, i fatti irrispettosi ed incresciosi di questa notte di passaggio al 2025 sembrano normalità. In crescendo.

Dove l’eco del messaggio politico e civico del presidente della Repubblica, di pari passo con quello spirituale del papa della nostra più diffusa religione, con un’altrettanta eco formale quanto totale di condivisione, sembrano litanie destinate a durare il momento in cui sono state pronunciate e commentate.

Sembra quasi la tangibile realtà del detto “chi semina vento raccoglie tempesta”.

Segnali, tendenze e tristezze che chi governa e fa le leggi dovrebbero considerare con attenzione, chè senza questa, i cittadini sono distratti da un quotidiano di scarsa felicità.

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc