Buoni fruttiferi postali: la carenza di informazione condanna Poste Italiane

Tra le controversie tra consumatori e Poste Italiane sono sempre più numerose quelle sulla prescrizione dei buoni fruttiferi postali e sull’impossibilità per i risparmiatori al recupero delle somme investite e relativi interessi maturati.

Non esistono dubbi sul fatto che la prescrizione sia decennale e che decorra dalla data di effettiva scadenza del buono fruttifero, né vi possono essere dubbi sul fatto che riuscire a recuperare queste somme in sede stragiudiziale (ovvero senza rivolgersi all’Autorità Giudiziaria) sia estremamente complicato.

Meno chiara è la procedura da seguire per tentare di ottenere il rimborso. E non sempre l’ABF, Arbitro Bancario e Finanziario, può intervenire sul punto.

Alla luce di numerose sentenze di quest’anno, sta cambiando l’orientamento della giurisprudenza sugli obblighi di informazione per Poste Italiane. E su questo è meglio concentrarsi per ottenere rimborsi: Poste, sulla scadenza dei buoni, ha fatto ciò che avrebbe dovuto fare?

La violazione degli obblighi di informazione e la poca trasparenza sulla scadenza di questi buoni sono alla base di sentenze favorevoli al consumatore, con la condanna per Poste Italiane alla restituzione delle somme investite con l’aggiunta degli interessi.

Poste Italiane ha l’obbligo di indicare chiaramente sui buoni la data di scadenza e, in giudizio, ha l’onere di dimostrare di aver fornito le informazioni, previste dalla legge, sulla loro scadenza.

Non si tratta di regole specifiche, ma del semplice rispetto di principi fondamentali del nostro ordinamento: correttezza e buona fede.

Sara  Astorino, legale, consulente Aduc