Buoni fruttiferi Q/P: ancora nuove vittorie

Grazie alla campagna “buono tradito” Confconsumatori continua a collezionare vittorie sui buoni Q/P, ma Poste ignora le decisioni degli ABF e rifiuta i rimborsi …

Parma Due nuove vittorie, a Sulmona e a Massa Carrara, si uniscono al lungo elenco di quelle ottenute da Confconsumatori sui buoni fruttiferi postali della serie Q/P. Sono numerose, ormai, le decisioni degli Arbitri Bancari Finanziari in diverse parti d’Italia che confermano il diritto dei consumatori al rimborso della fruttificazione dei buoni Q/P anche tra il 21° e 30° anno, promessa da Poste al momento della sottoscrizione e poi rimangiata. A fronte dell’inottemperanza di Poste, che continua a rifiutare i rimborsi nonostante le decisioni dell’ABF, Confconsumatori ha messo in guardia sul rischio concreto di intasamento dei tribunali e ha scritto una lettera rimasta ancora senza risposta al Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Cassa Depositi e Prestiti e a Poste stessa per chiedere spiegazioni: un silenzio irrispettoso dei consumatori.

 

LE VITTORIE DI SULMONA E MASSA – Il problema dei consumatori, in varie parti d’Italia, è più o meno sempre lo stesso: al momento del rimborso dei buoni fruttiferi postali trentennali Q/P, Poste rifiuta di riconoscere la fruttificazione degli ultimi 10 anni (dal 21° al 30°). Nel caso di Sulmona, il consumatore aveva acquistato un buono da 5 milioni di lire nel 1989 e al momento del rimborso, anziché la cifra attesa secondo la tabella sul retro del buono di oltre 66 mila euro, aveva ricevuto da Poste un rimborso di meno di 28 mila euro, sulla base di un decreto ministeriale del 1986 che avrebbe falcidiato gli importi degli interessi dovuti alla scadenza. Decreto che, secondo Poste, era richiamato da un timbro, peraltro poco leggibile, sul retro del buono. Il consumatore, difeso dall’avvocato Laila Coccovilli di Confconsumatori Sulmona, ha ottenuto il riconoscimento del diritto al rimborso dell’intero valore del buono e degli interessi maturati in 30 anni.

Simile il caso di un consumatore di Massa, difeso dall’avvocato di Confconsumatori Francesca Galloni, che nel 1987 aveva acquistato buoni Q/P per 4 milioni di lire. Dal momento che il timbro, anche in questo caso apposto sul retro del buono e relativo al DM 1986, disciplinava gli interessi fino al 20° anno, l’ABF ha stabilito che dal 21° anno in poi gli interessi dovevano essere calcolati sulla base della tabella originaria. Quindi il consumatore ha ottenuto il riconoscimento di un rimborso di gran lunga superiore a quello già incassato da Poste.

 

GIURISPRUDENZA SEMPRE PIU’ UNANIME – Se Poste continuerà a non rispettare le decisioni degli Arbitri di Banca d’Italia (massima istituzione pubblica bancaria) i risparmiatori saranno ulteriormente costretti a rivolgersi ai Giudici ordinari per vedere ulteriormente riconosciuti i propri diritti. In questa situazione Confconsumatori stigmatizza il silenzio di Poste e sottolinea che le decisioni arbitrali appaiono sempre più corroborate dalla giurisprudenza di merito che, anche in secondo grado, aderisce alla tesi dei consumatori. È nota, infatti, la sentenza della Corte di Appello di Torino [15.02.2021, n. 183], secondo la quale nel contrasto tra il DM 1986 e quanto scritto letteralmente nei buoni debba prevalere, per salvaguardare l’affidamento dei risparmiatori, il tenore letterale del documento che, appunto, prevede la maturazione di interessi predeterminati anche dopo il 21° anno di durata del buono.

I consumatori interessati possono rivolgersi a Confconsumatori attraverso la casella risparmio@confconsumatori.it oppure tramite le sedi territoriali elencate qui: https://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/.