Cagliari – Reclutavano stranieri ospiti del C.A.S. (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Monastir (Cagliari) per farli lavorare in nero in diverse aziende agricole e nei vigneti di note cantine della provincia cagliaritana.
Gli indagati avrebbero avviato al lavoro irregolare almeno quaranta ospiti del C.A.S., perlopiù richiedenti asilo o protezione internazionale.
I poliziotti della Squadra mobile del capoluogo sardo hanno arrestato 5 cittadini pakistani, tutti con permesso di soggiorno in Italia, indagati per aver costituito e organizzato un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro nero, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro.
Un altro cittadino pakistano, con il ruolo di autista per l’organizzazione, è stato denunciato in stato di libertà.
Sono 12, invece, i titolari di aziende agricole e cantine indagati in stato di libertà per avere utilizzato la manodopera reclutata dagli arrestati, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento e approfittando del loro stato di bisogno.
Le indagini della Squadra mobile hanno avuto inizio a giugno scorso, grazie alle rivelazioni di uno dei lavoratori sfruttati.
Le attività di intercettazione e di pedinamento hanno consentito di documentare l’accordo criminale fra i cinque fermati e le trattative con gli imprenditori agricoli per la selezione del personale più adatto al tipo di raccolto, per l’ammontare della paga giornaliera e per l’orario di lavoro. Una parte della paga complessiva, circa 16 euro, che i datori di lavoro davano agli indagati, sarebbe stata trattenuta come prezzo dell’intermediazione illecita.
I poliziotti hanno inoltre scoperto che uno dei fermati era ospite del Centro e si occupava, da dentro, di scegliere i lavoratori in base alle richieste dei datori di lavoro e alle capacità degli stranieri che arrivavano all’interno della struttura dopo ogni “sbarco”.
Gli arrestati, ogni mattina, prelevavano dal C.A.S. gli stranieri e li portavano a lavorare in alcune aziende agricole della provincia, dando loro una paga di 5 euro l’ora. La giornata lavorativa iniziava alle 5 del mattino e si concludeva nel primo pomeriggio, quando i lavoratori venivano riaccompagnati al Centro di Accoglienza.
L’attività di indagine ha evidenziato, poi, che due degli indagati avevano costituito due società “paravento” di intermediazione lavoro, per fornire agli imprenditori non solo lavoratori “regolari” a tempo determinato ma anche quelli in nero.
I poliziotti al termine dell’operazione hanno proceduto anche al sequestro preventivo di due autovetture e due furgoni utilizzati per il trasporto dei lavoratori.
Nell’operazione sono stati impegnati complessivamente 60 uomini della Squadra mobile, del Reparto prevenzione crimine di Abbasanta (Oristano) e del Reparto mobile di Cagliari.