Il grande caldo fa volare i consumi di gelato con coni e coppette in soccorso di italiani e stranieri lungo tutto lo Stivale attraversato dalla prima ondata di calore estiva con il bollino rosso in molte città. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che ad aumentare sono purtroppo anche i prezzi, con un incremento dell’11,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno sulla base degli ultimi dati Istat.
Un potente alleato per combattere l’afa in città e in spiaggia sul quale pesa pero’ – sottolinea la Coldiretti – il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dal latte (+6%) allo zucchero (+8%) fino alle uova (+12%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina.
Un cambiamento nelle abitudini alimentari provocato – sottolinea la Coldiretti – dall’innalzamento repentino della colonnina di mercurio sull’Italia con temperature fino ai 40 gradi con 13 milioni di italiani che hanno approfittato del ponte del 2 Giugno per fare una vacanza insieme a tanti stranieri.
L’impulso positivo al settore arriva dopo che il gelato italiano lo scorso anno ha registrato una crescita del 19,5% rispetto a quello precedente per un valore di 2,3 miliardi di euro spiega Coldiretti su dati Sigep. Una corsa che – continua la Coldiretti – si spera di continuare con il ritorno dei turisti nell’estate 2022 segnata dal superamento delle restrizione della pandemia Covid.
A pesare sulla produzione è però il balzo dei costi di energia e materie prime per il conflitto in Ucraina che– sottolinea la Coldiretti – sta penalizzando fortemente le 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone. Nelle gelaterie italiane – sottolinea la Coldiretti – vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità.
Negli ultimi anni si è registrato un vero e proprio boom delle agrigelaterie artigianali che garantiscono la provenienza della materia prima dalla stalla alla coppetta con gusti che vanno dal latte di asina a quello di capra fino alla bufala ma quest’anno è arrivato anche quello di latte di pecora. Una spinta che ha favorito la creatività nella scelta di ingredienti che valorizzano i primati di varietà e qualità della produzione agroalimentare nazionale, dal gusto di basilico fino al prosecco. Nelle agrigelaterie – continua la Coldiretti – è particolarmente curata la selezione degli ingredienti, dal latte alla frutta, che sono rigorosamente freschi con gusti a “chilometri zero” perché ottenuti da prodotti locali che non devono essere trasportati con mezzi che sprecano energia ed inquinano l’ambiente.
In epoca moderna – conclude la Coldiretti – la storia del gelato risale alla prima metà del XVI secolo nella corte medicea di Firenze con l’introduzione stabile di sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti, anche se fu il successo dell’export’ in Francia a fare da moltiplicatore globale con il debutto ufficiale in terra americana: con l’apertura della prima gelateria a New York nel 1770 grazie all’imprenditore genovese Giovanni Bosio.