
L’arbitrato della Camera Arbitrale di Milano (CAM) è più rapido e può risultare più conveniente di una causa civile ordinaria. Sfatato, dunque, il pregiudizio che vede l’arbitrato come uno strumento di risoluzione delle controversie “per ricchi”. A dirlo è una ricerca della SDA Bocconi, che ha analizzato 345 procedimenti arbitrali depositati in CAM nel triennio 2019-2021, ne ha incrociato i dati con quelli di tre indagini condotte attraverso questionari a cui hanno risposto circa 250 tra avvocati, CTU (Consulenti tecnici d’ufficio) e legali di imprese e, infine, ha sviluppato una comparazione dei due procedimenti (arbitrale e causa civile), basato sul concetto del “valore finanziario” del tempo.
Evento. La ricerca dal titolo “Arbitrato e giustizia ordinaria: convenienza economica comparata” è stata presentata oggi agli imprenditori e ai professionisti di Treviso e del Nord Est d’Italia, in occasione dell’evento: “Arbitrato, quanto mi costi? Le ragioni di un’opportunità”, organizzato da Curia Mercatorum Centro di Mediazione e Arbitrato, dalla Camera di commercio di Treviso, Belluno Dolomiti, dalla Camera di commercio di Venezia e Rovigo e dalla Camera Arbitrale di Milano.
In questo incontro si è discusso dei vantaggi dell’arbitrato, strumento di risoluzione alternativa delle controversie, insieme a docenti di diritto ed economia, esperti di arbitrato e professionisti, come avvocati, commercialisti ed esperti contabili.
Dopo i saluti istituzionali del Direttore di Curia Mercatorum Marco D’Eredità, il Prof. Alberto Grando, Ordinario dell’Università Bocconi e SDA Bocconi School of Management ha presentato la ricerca sulla comparazione tra arbitrato e processo ordinario. Si è poi tenuta una tavola rotonda moderata dal Prof. Matteo De Poli, Ordinario di Diritto dell’economia dell’Università degli Studi di Padova. Nel corso del dibattito Roberto Ceccon, Avvocato del foro di Padova, Silvia Mainardi, Avvocato del foro di Venezia, Rinaldo Sali, Vicedirettore Generale della Camera Arbitrale di Milano si sono confrontati sull’opportunità e la convenienza dello strumento arbitrale per le imprese.
Secondo la ricerca, l’arbitrato è più conveniente in quanto – terminando prima (307 giorni in media, rispetto ai 764 giorni medi di una causa civile di primo grado e di ulteriori 597 giorni medi per l’appello, come rilevato dai dati del Tribunale di Milano e in linea con quanto dichiarato dai legali intervistati) – consente di “liberare” in anticipo le risorse impegnate nella controversia e permette alle imprese coinvolte nei procedimenti il reinvestimento in attività diverse.
Il costo del procedimento è considerato come una sorta di “investimento”, effettuato allo scopo di ottenere il riconoscimento di un diritto. Il risarcimento, ottenuto al termine del procedimento, è il ritorno sull’investimento effettuato. La somma riconosciuta nella sentenza arbitrale (il lodo) alla parte vittoriosa, una volta concluso il procedimento, può essere reinvestita per la restante parte del tempo che sarebbe alternativamente richiesto per giungere alla conclusione della causa ordinaria.
“Dal 1987, da quando abbiamo iniziato a gestire i primi arbitrati, abbiamo riscontrato un generale consenso da parte delle imprese sull’utilità e sui vantaggi di questo strumento nel risolvere le liti commerciali – ha dichiarato Rinaldo Sali, Vicedirettore della Camera Arbitrale di Milano. – Ci mancavano però dei dati empirici sulla effettiva convenienza economica dell’arbitrato: viene meno uno dei pregiudizi più ostici da scardinare, quello che vede lo strumento arbitrale come costoso o solo “per ricchi”. Nella comparazione col giudizio ordinario, effettuata dalla ricerca presentata oggi, l’arbitrato è più conveniente perché la possibilità di “liberare” in anticipo le risorse attribuite dalla decisione (lodo) consente il loro utile impiego in investimenti alternativi”.
Una giustizia rapida ed efficiente è un fattore determinante per la competitività delle imprese – evidenzia il Presidente di Curia Mercatorum e della Camera di Commercio di Treviso – Belluno|Dolomiti Mario Pozza. L’arbitrato rappresenta uno strumento concreto per risolvere le controversie in tempi più celeri rispetto al processo ordinario, consentendo in tal modo alle aziende di liberare risorse in favore di un più efficiente sviluppo. Il sistema camerale è al fianco delle imprese anche in questo ambito, offrendo strumenti affidabili ed efficaci. Siamo orgogliosi del percorso compiuto, rafforzando la nostra azione con intese strategiche tra Camere di Commercio Venete e con la Camera Arbitrale di Milano.
Il valore della rete camerale si esprime nella capacità di fare sistema, creando sinergie tra imprese, istituzioni e mondo accademico. In questo contesto, la collaborazione con l’Università Bocconi rappresenta un grande apporto, contribuendo a sviluppare soluzioni innovative e ad analizzare l’impatto economico degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie.
“L’analisi comparativa – ha dichiarato Alberto Grando, Professore ordinario dell’Università Bocconi e di SDA Bocconi School of Management, coordinatore del gruppo di ricerca – ha visto lavorare con un rigoroso approccio un gruppo composto da diverse professionalità: giuridiche, economico-finanziarie e statistiche. La ricerca, sviluppata in due anni di attività, ha rappresentato una vera sfida d’innovazione, sia nel merito che nel metodo: nel merito, perché ci ha portato ad analizzare e comparare i due procedimenti presi in esame, impiegando numerosissimi dati rilevati presso la Camera Arbitrale di Milano, e integrandoli con indagini svolte ad hoc nel mondo legale per cogliere informazioni, percezioni e orientamenti; nel metodo, invece, ci ha permesso di sviluppare una valutazione comparativa dei due procedimenti, con approccio economico-finanziario. Credo che gli esiti di questo studio possano fornire agli imprenditori una nuova e più ampia prospettiva per valutare le opportunità e i potenziali ritorni economici connessi alle diverse modalità di gestione delle proprie controversie commerciali”.