Cancro: verso un’oncologia mutazionale per sconfiggerlo

Il futuro dell’oncologia è molto promettente. È quanto emerso nel corso dell’evento ONCOnnection Stati Generali CENTRO – LAZIO, MARCHE, TOSCANA, UMBRIA, promosso da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Sobi rare strength, Merck, GSK.

L’oncologia è l’ambito in cui l’applicazione dell’innovazione dirompente ha trovato la sua massima espressione”, conferma Walter Locatelli, Presidente Io Raro. “Pensiamo soltanto ai check point immunologici e alla genomica che hanno rivoluzionato diagnosi e terapia in gran parte delle malattie oncologiche. Inoltre questo è anche un ambito in cui i silos sono stati abbattuti per primi – il concetto di rete, di non lavorare in maniera puntiforme può essere esportato in tutti gli ambiti della nostra sanità. È necessaria però un’attenta programmazione, perché il continuo patrimonio di conoscenze necessita di essere accompagnato dall’attenzione degli specialisti, ma anche del mondo economico, industriale, delle professioni. Sarebbe opportuno, a mio avviso, utilizzare e mutuare il virtuoso percorso che le malattie rare hanno potuto attuare attraverso il Piano nazionale malattie rare recentemente licenziato dal nostro Parlamento, che è diventato una realtà e che ora deve essere corroborato di azioni che consentano l’effettivo svolgimento delle previsioni. Devono essere garantiti i principi di efficienza e di sostenibilità, sia organizzativa sia economica e sociale, mettendo tutto in relazione ai pazienti e ai Centri di riferimento. Importante che ci sia sempre una rete. La Conferenza Stato-Regioni ha sancito la validità di questo Piano e ci sono azioni che possiamo intraprendere, sempre sulla falsariga di quanto previsto dal Piano nazionale per malattie rare. Le malattie rare non hanno la complessità che hanno in alcuni casi i tumori rari, però hanno rappresentato un banco di prova importantissimo per poter far sì che tutto il mondo sanitario – dai decisori politici agli attuatori, agli operatori – potesse convergere su obiettivi comuni. Importante in ambito oncologico istituire un gruppo di lavoro congiunto AIFA al tavolo tecnico per predisporre una ricognizione di farmaci e per poter redigere un elenco unico su base nazionale. Ma soprattutto, tra le azioni da intraprendere, un avvio di percorso di Horizon Scanning strutturato su tutti gli ambiti (da quello terapeutico già ben presidiato da AIFA a quello organizzativo, normativo, tecnologico), al fine di continuare a garantire nel breve e medio termine un accesso equo e sostenibile alle innovazioni”.

L’ONCOLOGIA DEL FUTURO

L’Horizon Scanning, ovvero la capacità e la possibilità di prevedere quali saranno i farmaci innovativi dell’oncologia del futuro, è fondamentale per adattare l’organizzazione ad accettare le innovazioni”, spiega Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità. “Non c’è peggior innovazione di quella che non può essere accettata dall’organizzazione. È importante, dopo che EMA ha dato la possibilità di immettere sul mercato una serie di farmaci – alcuni dei quali davvero dirompenti perché in grado di cambiare non solo la qualità della vita, ma anche l’aspettativa di vita di molti pazienti -, che in Italia si accelerino i processi di introduzione di questi farmaci e che l’organizzazione delle Istituzioni e delle Aziende ospedaliere in primo luogo, ma anche delle ASL, dei clinici che ne sono a conoscenza e dell’organizzazione nel suo complesso, li possano prescrivere immediatamente ai pazienti (sia per quello che riguarda la farmacologia, sia la tecnologia). Oggi la tecnologia informatica e quella biologica stanno cambiando notevolmente quella che era l’oncologia classica, stiamo andando incontro a un’oncologia mutazionale attraverso le terapie geniche, i farmaci agnostici, le terapie targhetizzate e tutto questo consentirà che vengano in qualche modo omogeneamente prescritte su tutto il territorio italiano; cosa che qualche volta, ancora oggi, non avviene”.

L’IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE

Dobbiamo puntare sui meccanismi che la telemedicina ci mette a disposizione”, sottolinea David Vannozzi, Direttore Generale dell’Università Telematica Pegaso e dell’Università Telematica Pegaso International di Malta. “Dare una spinta non vuol dire spendere di più, bensì curare meglio. La digitalizzazione è un driver di recupero di risorse, poiché consente di poter attuare il passaggio dalla medicina basata sui protocolli e dunque sulle procedure, alla medicina basata sulla personalizzazione per il singolo paziente. Proprio per questo l’università Pegaso ha puntato su un grande dottorato in digital transformation”.

5 I PUNTI SUI QUALI SI STA LAVORANDO

L’innovazione viaggia a una velocità che richiede comportamenti nuovi”, puntualizza Gianni Amunni, Coordinatore Scientifico ISPRO. “Penso a tutto il tema dell’oncologia mutazionale, al TMB (Tumor Mutational Burden) e così via. Dobbiamo quindi, per prima cosa, ragionare anche in termini di investimenti e di finanziamenti che tengano conto di questo. Secondo: bisogna cambiare il sistema di valutazione da spesa in oncologa, dando valore agli esiti, ai guariti, all’allungamento del prelievo fiscale, ai costi cessanti che vediamo oggi in oncologia. Terzo: occorre leggere il cambiamento epidemiologico e costruire un’organizzazione più efficace, che è il tema dell’oncologia territoriale. Quarto: occorre avere un atteggiamento laico nei confronti dell’intelligenza artificiale, perché ci consente di rimodulare gli interventi di sanità pubblica e di avere informazioni riferite su banche dati di real world. Quinto e ultimo tema: le reti non possono rimanere in questo limbo. Devono diventare un LEA organizzativo con organismi di governance sempre più raffinati, fino a pensare a vere e proprie aziende/agenzie per l’oncologia”.