Continua, instancabile, l’opera di contrasto dei Carabinieri del NAS, in prima fila nella lotta contro il COVID-19.
Il NAS di Brescia ha deferito in stato di libertà l’amministratore unico di un’azienda lombarda. L’indagato, che dovrà rispondere del reato di frode in commercio, è accusato di aver posto in vendita delle mascherine facciali recanti falsa certificazione “CE”, prive di idonea documentazione, ed erroneamente etichettate come dispositivi di protezione individuale.
Il NAS di Latina, nel corso di una verifica presso alcuni laboratori autorizzati ad effettuare tamponi rapidi per la ricerca del virus, ha scoperto che i titolari di un centro per le analisi avevano prodotto delle autocertificazioni false. I due indagati, infatti, avevano dichiarato alla Regione Lazio di effettuare i propri test al prezzo calmierato di 22 euro, richiedendo invece agli utenti una tariffazione superiore.
Sempre il NAS di Latina ha ispezionato un ambulatorio pediatrico rivelando che lo stesso operava in assenza di qualsivoglia misura di prevenzione per il contenimento dell’epidemia in corso. Lo studio è stato chiuso provvisoriamente per tre giorni, mentre il medico che lo gestiva è stato sanzionato amministrativamente per 600 euro.