“Ci sono alcune cose che possiamo fare sul tema delle carceri nell’ultimo spazio di Legislatura che abbiamo davanti, anche perché la Ministra della Giustizia, nelle diverse interrogazioni che abbiamo fatto, ha già dato disponibilità rispetto a questi temi.
Penso, dunque, che nel primo decreto in cui sarà possibile, dovremo riprovare a introdurre la questione della scarcerazione anticipata per chi, in questi due anni di pandemia, ha comunque subito l’isolamento e una detenzione difficile. A queste persone va riconosciuto uno sconto di pena maggiore (ovviamente, si parla di chi può avere uno sconto di pena e, quindi, di chi ha tenuto una buona condotta).
Inoltre, appena è possibile intervenire, occorre anche rendere permanenti tutte le misure prese durante la pandemia. Credo, infatti, che siano da tenere aperti il tema degli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico a chi mancano da scontare pene entro i 18 mesi, i permessi e la possibilità di dormire fuori a chi ha permessi di lavoro (anche perché sarebbe assurdo che venissero riportati dentro, dopo che hanno dormito fuori fino adesso per due anni, senza fughe o manifestazioni di recidività). Ovviamente, va mantenuto ciò che si è fatto sulla comunicazione con l’esterno, dove si è sperimentato anche l’utilizzo della rete, di Skype per le videochiamate. Tutto questo, oltre che per comunicare con i familiari, può essere molto utile anche per affrontare un’altra questione decisiva che è quella della formazione.
La digitalizzazione può aiutare la formazione. Abbiamo visto con grande evidenza che il carcere è molto difficile da vivere per tutti se prevale la noia, se non c’è formazione e se non c’è lavoro. Penso, quindi, che occorra creare più opportunità di formazione e, quindi, avere degli spazi e degli strumenti. Penso, però, che servano anche altre forme di incentivo per le aziende che danno lavoro ai detenuti dentro e fuori dal carcere. Penso, poi, che legare la formazione al lavoro sia un tema fondamentale. Ci sono esperienze che si sono fatte e si stanno facendo in giro per l’Italia molto interessanti e credo che vadano diffuse e incentivate. Un rapporto con le organizzazioni imprenditoriali e il mondo dell’impresa deve essere finalizzato a valorizzare questa opportunità”. Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo PD al Senato e Capogruppo del PD in Commissione Giustizia del Senato, intervenendo all’Agorà Democratica “Carcere, sistema penitenziario ed esecuzione della pena. Quale riforma?” in corso a Roma nella sede del PD.
“Un’ultima questione che dovremmo affrontare è quella della salute e della salute mentale in carcere. – ha proposto Mirabelli – Il tema della malattia psichiatrica all’interno del carcere, infatti, è sempre più di difficile soluzione. L’insufficienza degli strumenti per affrontare i problemi psichiatrici in carcere è evidente e l’impegno non tanto dell’amministrazione ma soprattutto delle ASL che se ne dovrebbero occupare, su questo fronte è assolutamente insufficiente. Credo che serva un impulso nazionale, perché altrimenti le carceri rischiano davvero di diventare luoghi esplosivi e in cui è difficile mantenere un regime che garantisca formazione, lavoro, tempo libero e vigilanza dinamica”.