“Prendiamo atto dell’interesse del governo e del sottosegretario Delmastro a volersi occupare del sovraffollamento carcerario pensando in prima istanza ai detenuti tossicodipendenti, e non ‘tossicomani’, come erroneamente riporta nell’intervista di oggi. Ma non possiamo fare a meno di notare la superficialità con cui si tratta questo tema, soprattutto se si intende riportare in auge modelli di ‘comunità chiusa’ come quello di San Patrignano”, così in una nota Giulia Crivellini e Federica Valcauda, tesoriera e membro di direzione di Radicali Italiani.
“Il modello del ‘buon padre di famiglia’ non è stato utile a diminuire i consumi, a diminuire le tossicodipendenze che sono di vario tipo e non solamente legate alle sostanze stupefacenti e le strutture chiuse non fanno altro che ghettizzare ulteriormente le persone, distaccandole dalla società con cui invece dovrebbero integrarsi: non si può sostituire un sistema chiuso, con un altro sistema chiuso. Per questo riteniamo giusta l’intenzione ma ci auguriamo che il dialogo con gli attori sociali che si occupano di questi temi sia ampio e non si fermi all’ascolto di quelle strutture con una mentalità punitiva. Il lavoro da fare è a monte e ha a che fare anche con le strutture sanitarie che seguono i tossicodipenti affidati alle strutture. Se tra gli obiettivi primari del sottosegretario c’è quello di ridurre il sovraffollamento carcerario occorre però che la maggioranza cambi rotta in materia di governo del fenomeno delle sostanze, abbandonando, come tentato nelle ultime settimane di lavoro parlamentare, l’approccio punitivo e proibizionista”, concludono.