CARCERE, RADICALI: RAGAZZI EVASI IN CERCA DI UMANITÀ

“Sono tornati in carcere tutti i sette ragazzi evasi a Natale dal Beccaria di Milano, l’ultimo accompagnato ieri sera in questura da Pierfrancesco Majorino che con grande senso di responsabilità ha risposto a una richiesta di aiuto. La loro vicenda ha svelato i molti lati oscuri, quantomeno ai più, sulla situazione spesso disumana in cui versano le carceri nel nostro Paese”, così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani e Alessandro Capriccioli, consigliere regionale del Lazio Radicali/+Europa.

“Molti istituti penitenziari italiani vivono in una sorta di ormai perenne circolo vizioso: condizioni inaccettabili a carico delle persone detenute determinano tensioni e disordini, i quali vengono utilizzati strumentalmente per invocare misure più restrittive e perciò condizioni di vita ancora meno tollerabili, a cui conseguiranno inevitabilmente altre tensioni e nuovi disordini. Questo racconto deformato viene nutrito, tra l’altro, da una falsa contrapposizione tra diritti dei detenuti e incolumità del personale che è tale solo sulla carta, essendo ovvio ed evidente, per chi conosce il carcere, che la qualità della vita delle persone ristrette e la dignità del lavoro della polizia penitenziaria viaggiano di pari passo, di tal che peggiorare la prima finisce inevitabilmente per pregiudicare la seconda.

Per spezzare questo meccanismo diabolico, che nel 2022 ha prodotto tra l’altro il record assoluto di suicidi in carcere, è necessario uscire dalla logica della propaganda e restituire al Paese un racconto veritiero di quanto accade nei nostri istituti di pena, mettendo in campo misure concrete per riempire di senso la permanenza in quei luoghi e facendo in modo che rispondano alla funzione che viene loro attribuita dalla nostra Costituzione”, concludono.