Con il recente episodio registratosi nel carcere romano di Regina Coeli, siamo purtroppo giunti al trentanovesimo suicidio dall’inizio dell’anno nelle carceri italiane. Trentanove è un numero importante, ma più importante, è non far vincere l’indifferenza, quella che tende a silenziare costantemente la tragedia in corso.
Per impedire tutte queste possibili vittorie è utile far vincere soprattutto la speranza. La speranza non è soltanto quel sentimento personale che conosciamo e di cui nessun essere umano, libero o ristretto, dovrebbe essere mai privato, ma è anche un qualcosa che quando va coniugandosi assieme al senso civico, crea in un tutt’uno inscindibile, un diverso tipo di speranza, ovvero si tratta di quella particolare speranza che su questioni di natura pubblica, suggerisce al comune cittadino che non può e non deve finire così, si tratta di quella particolare speranza che su questioni di natura pubblica, suggerisce al comune cittadino che tutti insieme, si può fare e si deve fare qualcosa. Nel caso di specie, si tratta, quindi, di quella speranza che suggerisce al cittadino comune che tutti insieme, si può fare e si deve fare qualcosa, in nome della vita, della dignità dell’essere umano, dei diritti dell’uomo e della nostra Costituzione Repubblicana.
Al riguardo, al solo fine di stimolare nella società civile tante analoghe iniziative, possibilmente anche di portata maggiore, segnaliamo che oltre 300 persone hanno deciso di unire le proprie voci per dire un basta e tre si. Lo hanno fatto attraverso la pagina HOPE di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino. HOPE, www.facebook.com/1204hope, è una pagina facebook che vuole essere appunto una ventata di speranza. La pagina è per quelli che non ce la fanno a rimanere in silenzio dinanzi alla tragedia in corso ed ha l’unico scopo di dire tutti insieme un basta e tre si: dire basta ai suicidi nelle carceri italiane, dire si alla finalità rieducativa della pena, dire si alla dignità di ogni essere umano, dire si alla possibilità per ogni essere umano di coltivare la speranza”. Così in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce di Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.