“Per risolvere il problema delle carceri, per avvicinare le carceri al dettato costituzionale, non vi è ombra di dubbio che la politica, così come l’opera di sensibilizzazione dei media, possano svolgere un ruolo fondamentale. Deve tenersi, tuttavia, in considerazione che un nuovo approccio alla materia da parte dei giuristi, potrebbe facilitare di molto questo cammino.
Mentre nel diritto civile la fase dell’esecuzione, ovvero dell’esplicazione nella realtà, dei provvedimenti contenuti nei titoli e nelle sentenze, è considerata di rilievo giuridico così come le fasi antecedenti all’esecuzione, nel diritto penale, l’esecuzione della pena è vista, quasi, come una fase extra giuridica, è come se non facesse parte veramente del diritto, è vista più che altro come un grande problema di natura umana e sociale. Se nell’ambito del diritto, si riconoscesse in maniera più netta, la giuridicità di questa fase dell’esecuzione, ci si renderebbe conto che le condizioni di vita disumane dei ristretti non sono solo un problema umano e sociale, ma spesso creano un corto circuito che fa venir meno anche l’esattezza della giustizia al fatto di reato commesso.
Questa diversa visione, questa visione prettamente giuridica dell’esecuzione della pena, produrrebbe di conseguenza un grande stimolo per un cambiamento della situazione. Proprio per indurre questo nuovo approccio alla materia da parte dei giuristi, ed in particolare per contribuire alla formazione di una diversa mentalità nei futuri giuristi, segnaliamo che il libro “il mondo della pena diario di un lungo viaggio alla ricerca di un equilibrio tra sicurezza e diritti dell’uomo”, 308 pagine, risulta essere attualmente presente in molte Biblioteche di Diritto degli atenei italiani.
Lo dichiara in una nota l’autore del libro, Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino.