“Dopo il record di suicidi dell’anno scorso, quest’anno, in pochi mesi, siamo già giunti a 16 suicidi all’interno dei nostri penitenziari. C’è massima urgenza di rendere più umane le nostre carceri. Per questo non ho timore di avanzare subito una proposta concreta di umanità: estendere a tutti l’istituto delle visite prolungate, proprio dell’esecuzione penale minorile, per ricreare in maniera diffusa un clima di serena familiarità e intimità domestica.
Si tratterebbe di incontri che il detenuto potrebbe intrattenere per un tempo prolungato con i familiari o con altri soggetti con cui abbia un legame affettivo, all’interno di spazi da organizzarsi negli istituti, e che a esempio consentano la preparazione e la consumazione di pasti, riproducendo un ambiente domestico, una quotidianità familiare. Potrebbe trattarsi anche di semplici salette attrezzate, e non necessariamente di quelle unità abitative appositamente attrezzate all’interno degli istituti, che sono previste dall’attuale normativa.
Auspico che su questa proposta di applicazione estensiva dell’istituto delle visite prolungate, attualmente circoscritto solo all’esecuzione penale minorile, possa crearsi un consenso molto ampio, essendo oltremodo evidente che non potrà mai essere un piatto di pasta consumato in compagnia, a minare il concetto di certezza della pena”.
Così in una nota l’avvocato Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino e autore del volume “Il mondo della pena diario di un lungo viaggio alla ricerca di un equilibrio tra sicurezza e diritti dell’uomo”.