CARCERI, MIRABELLI (PD): SITUAZIONE GRAVE, GOVERNO INERTE, INTERESSATO SOLO ALL’ASPETTO SECURITARIO E NON ALLA RIABILITAZIONE E ALLA SOFFERENZA DEI DETENUTI

Milano – “Purtroppo, in questi anni, la situazione negli istituti di pena non è cambiata, se non in peggio. I dati sulla sovrappopolazione, quelli sui suicidi e sulla situazione degli istituti per i minori confermano che la situazione è grave, che spesso si registrano condizioni di detenzione non degne di un Paese civile e distanti dal dettato costituzionale. Tutto ciò avviene con l’indifferenza e l’inerzia del Governo.

Nonostante le sollecitazioni, anche recenti, del Presidente della Repubblica e la convocazione straordinaria della Camera, voluta dalle opposizioni, sull’emergenza carcere, il Governo, come succede da anni, è rimasto sordo. Ma è ormai evidente che non si tratta di una sottovalutazione ma di scelte consapevoli figlie di una idea della funzione delle pene molto distante da quella riabilitativa prevista dalla Costituzione. Durante la recente discussione in Parlamento, di fronte ai dati che mostrano le condizioni di disagio all’interno degli istituti, con carceri che, come San Vittore, hanno il doppio dei detenuti rispetto alla capienza e il numero dei suicidi continua a aumentare, l’unico Ordine del Giorno presentato dalla maggioranza parlava di droni e interventi contro le rivolte. Insomma, conta solo l’aspetto securitario e scompare la funzione riabilitativa e il tema della sofferenza nelle carceri. Carceri che vorrebbero separate e impermeabili dalla società, lontane da ogni tipo di controllo e di supporto per i percorsi di lavoro e formazione”.

Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, Vicepresidente del Gruppo PD al Senato, all’incontro “Carceri in Italia. Non c’è più tempo. Suicidi, minori, sovraffollamento“, in corso a Milano, organizzato dal Dipartimento Giustizia e Carcere del PD Milano Metropolitano, a cui sono intervenuti anche il senatore Alfredo Bazoli, Valentina Alberta, Francesco Maisto, Don Gino Rigoldi e i rappresentanti delle associazioni Amici della Nave ODV e Le Crisalidi.

“L’idea, sbagliata, è quella di illudere che i cittadini siano più sicuri riempiendo e chiudendo le carceri. Non è così e a dimostrarlo ci sono i dati sulle recidive, che indicano come siano molte meno quante più sono le opportunità di incontro e formazione, più il carcere funziona come dovrebbe funzionare secondo la Costituzione. – ha spiegato Mirabelli – L’idea della pena come punizione e sofferenza ispira anche altri provvedimenti del Governo. Il Decreto Caivano ha aumentato il numero dei minori reclusi, portando al collasso gli IPM e ora a Bologna trasferiscono i minori nel carcere della città allestendo un reparto dedicato. È evidente che così viene meno quell’attenzione al recupero dei minori che delinquono, che ha sempre qualificato il nostro sistema penale. Anche in questo caso si sacrifica il ruolo rieducativo della pena a favore della mera dimensione securitaria. Tutto ciò si aggiunge alla vacanza, che dura ormai da mesi, del capo del Dap, e alla mancanza di molti direttori, solo a Milano sono senza testa San Vittore, Opera e il Beccaria. Sembra quasi, anche qui, che non interessi dare stabilità a chi deve, prima di tutto, garantire salute, lavoro e formazione nelle carceri. Questi fatti fanno pensare che l’inerzia di fronte ai gravi problemi degli istituti di reclusione sia voluta, conseguenza di una scelta politica. Dice uno dei protagonisti del film ‘Le ali della libertà’: “Quando pensano a noi, pensano solo a muri, celle e sbarre“. E pare proprio questa la strada scelta dal Governo, non certo quella indicata dalla nostra Costituzione”.