Palermo – Le conseguenze della pandemia, ma anche le speculazioni, che negli ultimi mesi hanno prodotto nel mondo un abnorme aumento di molte materie prime indispensabili per il settore delle costruzioni (dal ferro all’acciaio, dal rame all’alluminio, fino al calcestruzzo) rendono impossibile eseguire e portare a termine gli interventi ai prezzi fissati dai precedenti capitolati. Tant’è che il governo nazionale con norma ha adottato in emergenza un provvedimento provvisorio per calmierare i prezzi, valido fino allo scorso mese di giugno.
Ma l’Anas, almeno in Sicilia, continua ad applicare nei propri progetti un prezziario di febbraio 2021 che già risulta rilevantemente sottostimato rispetto al prezziario della Regione in vigore nel 2019, e che in più non tiene minimamente conto del conclamato e radicale incremento dei prezzi dei materiali da costruzioni registrato dal 2020 a oggi.
Ciò rende di fatto impossibile aggiudicarsi le gare con la speranza di portare a termine gli obblighi contrattuali, anche perché l’Anas nei propri bandi indica espressamente che non sono consentiti adeguamenti dei prezzi in corso d’opera.
Per queste ragioni, con due ricorsi presentati al Tar Sicilia-sezione di Catania, l’Ance Catania, l’Ance Ragusa e imprese associate, assistite dall’avvocato Francesco Zaccone, hanno impugnato due gare bandite dall’Anas lo scorso mese di agosto: la prima, del valore di 116,6 milioni, relativa alla Ss115 Vittoria-Comiso, e la seconda da 168,9 milioni per la Licodia Eubea-Libertinia.
Nei due ricorsi si fa presente che dal confronto fra i prezzi dei materiali indicati nei bandi e quelli attuali di mercato, emerge una sottostima dei valori pari, rispettivamente, al -23,50% e al -24%, che si traduce in importi a base d’asta più bassi rispetto ai prezzi attuali di mercato, rispettivamente, di 12,1 milioni e di 17,5 milioni di euro nell’importo totale. Differenza in difetto che, aggiunta ai necessari ribassi da praticare nelle offerte d’asta, rende materialmente impossibile eseguire queste opere.
Ance Catania, Ance Ragusa e imprese associate, pertanto, chiedono al Tar di sospendere d’urgenza i due bandi di gara e, nel merito, di annullarli, affinché i prezzi dei progetti e dei capitolati di gara vengano aggiornati tenendo conto del caro-materiali che è ben noto a tutti i governi, regioni e stazioni appaltanti del mondo, ma non, a quanto pare, all’Anas.