Catania – L’intervento della Polizia Municipale in collaborazione con la ASL veterinaria ha permesso di salvare la vita di 11 cani detenuti in una struttura lager abusiva a Riposto, in provincia di Catania. Le autorità si sono attivate su segnalazione di una volontaria che aveva documentato alcuni maltrattamenti nella struttura, con un video in cui si vedeva un cane preso a calci e per questo poi ricoverato presso una clinica veterinaria.
A seguito dello sgombero e della denuncia è venuto fuori un altro particolare decisamente inquietante: il responsabile del lager aveva nel congelatore i cadaveri di undici cuccioli di varie età, ovviamente privi di microchip. Probabilmente figli di alcune delle femmine liberate nei giorni precedenti.
“Ci siamo messi subito in moto per denunciare anche noi la condotta dell’uomo che aveva in custodia questi poveri cani e pretenderemo che si faccia chiarezza sulla provenienza e sulle cause della morte dei cuccioli trovati nel congelatore. A quanto pare, gli animali erano stati dati in custodia a questa persona dalla precedente amministrazione comunale e questo è un altro aspetto su cui si dovrà fare la dovuta chiarezza. A che titolo questi cani erano stati dati in custodia a questa persona? E perché non si è monitorato sul suo operato, se non a seguito della segnalazione di una volontaria? Visto che l’attuale Sindaco è intervenuto prontamente a seguito della segnalazione, vorremmo che rispondesse a queste domande e soprattutto auspichiamo che ora vengano effettuati i dovuti controlli sul benessere di questi cani nelle strutture dove sono stati spostati. In generale, comunque, i Comuni dovrebbero verificare le condizioni delle strutture e le competenze di chi le gestisce prima di affidarvi i loro cani e non dopo che è successo l’irreparabile”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection.
“Allo stesso tempo, emerge come tanti Comuni siano ancora inadempienti con quanto previsto dalla legge quadro sulla tutela degli animali d’affezione e sulla prevenzione del randagismo per quanto riguarda la realizzazione di canili rifugio propri. Se ogni Comune si dotasse di un piccolo rifugio dove ospitare i propri cani si eviterebbero le situazioni di sovraffollamento che spesso purtroppo caratterizzano i grandi canili, sarebbe più facile assicurare il benessere degli animali e la gestione delle adozioni sarebbe più semplice”, conclude Rosati.