Chi ci tirerà fuori dalla stupida e offensiva burocrazia? Un caso Inps

closeup of a computer laptop with a tax form on screen, concept of online tax filing (3d render)

“I titolari di prestazioni assistenziali per continuare a fruire delle prestazioni, sono tenuti a trasmettere annualmente all’Inps una o più dichiarazioni riguardanti alcune circostanze rilevanti per la conservazione del diritto”.

Così recita una lettera dell’Inps che in questi giorni sta giungendo a casa di alcuni assistiti.

E si specifica che bisognerà rivolgersi a un Caf, o a un professionista abilitato, o rivolgersi a un Contact center integrato (Inps) (1) o fare da sé sul web dell’ente (con spid o cns o cie). L’Inps ricorda che eventuali intermediari dovranno svolgere il servizio gratuitamente… ma forse il nostro ente dimentica che sia caf che privati (tessere o altro), non sono mai gratuiti. Inoltre, trattandosi spesso di prestazioni per soggetti anziani, sempre l’Inps sembra ignorare che spid, cns o cie sono parolacce per queste persone (anche se è giusto che ricordi questa possibilità).

Nel caso che ci è stato segnalato siamo in presenza di burocrazia stupida e offensiva, che umilia civicamente chi deve ottemperare, facendogli spendere tempo e soldi inutili.

La nostra vittima deve fare una dichiarazione relativa alla propria residenza anagrafica effettiva in Italia. Sì, è proprio questo, letta e riletta la comunicazione, vogliono proprio questo.

Pensiamo all’Inps che ha poteri di consultare i nostri conti bancari e, ovviamente tutti i dati delle anagrafi comunali… ma, no, in questo caso occorre che questa persona dichiari quello che risulta all’anagrafe (2).

Ma non si vergognano a chiedere queste cose? Chi ci libererà di questi trogloditi della pubblica amministrazione avrà sempre la stima degli utenti dei servizi.

Vincenzo Donvito Maxia

 

 

1 – chissà perché lo devono chiamare con parole in lingua inglese….

2 – ci ricorda il famoso certificato di esistenza in vita…