Secondo la fotografia di Anticimex, realizzata in occasione della partecipazione a Cibus Tec (22-25 ottobre, Parma), a livello geografico le imprese attive nell’industria alimentare sono concentrate prevalentemente in Sicilia (7.468), Campania (7.110), Lombardia (5.854), Puglia ed Emilia Romagna (4.604). Tra le province risultano più attive Napoli (3.104), Roma (2.245), Bari (1.916), Salerno (1.780) e Milano (1.767).
Dal II trimestre 2010 al II trimestre 2019 l’industria manifatturiera ha registrato un calo del numero di imprese attive del -12%, ma al suo interno esistono settori, come quello alimentare, che resistono: nel II trimestre 2019 le imprese attive nel comparto dell’industria alimentare sono 58.038 (-0,5% sul II trim. 2018 e +3,2% sul II trim. 2010) e incidono il 12% sul totale industria. Un comparto vitale in cui l’attenzione verso il consumatore è sempre più alta: da un lato aumentano le richieste di controllo e monitoraggio dei roditori da parte delle aziende (+47%), che possono causare danni e problemi di salute ai consumatori, dall’altro cala l’uso di prodotti chimici grazie a una normativa più stringente e all’uso di tecnologie “intelligenti”.
Questa la fotografia di Anticimex, azienda specializzata nel Pest Management e nei servizi di igiene ambientale, elaborata su base dati InfoCamere-Movimprese in occasione della partecipazione a Cibus Tec (22-25 ottobre, Parma).
A livello geografico, nel II trim. 2019 le aziende dell’industria alimentare sono concentrate prevalentemente in Sicilia (7.468 imprese attive) e in Campania (7.110). Seguono la Lombardia (5.854), la Puglia (4.773) e l’Emilia Romagna (4.604), ma a crescere maggiormente rispetto al II trim. 2018 sono il Molise (+2,8%) e il Trentino – Alto Adige (+1,4%)
Tra le città più attive risultano Napoli (3.104), Roma (2.245), Bari (1.916), Salerno (1.780) e Milano (1.767). Campobasso (+3,2%), Firenze (+3,1%) e Siracusa (+3%) sono le province che hanno registrato i tassi di crescita maggiori.
E sul fronte della sicurezza alimentare? Secondo i dati di Anticimex cresce l’attenzione delle aziende del settore sul tema della sicurezza e dell’igiene ambientale. Da gennaio a settembre 2019, infatti, le richieste di interventi da parte delle aziende contro la presenza dei roditori sono aumentati del +47% rispetto allo stesso periodo del 2018. Un problema serio per le imprese in quanto i roditori, oltre a essere portatori di malattie, possono anche provocare perdita di prodotto, danni agli impianti e di reputazione.
La maggioranza delle richieste sono arrivate dalle aziende del Trentino-Alto Adige (+182%), della Liguria (+156%), della Calabria (+153%), del Veneto (+135%) e della Basilicata (+100%).
Ma ad aver registrato nei primi mesi del 2019 il “boom” maggiore sono le richieste di intervento con l’impiego di nuove tecnologie – più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2018 (+133%) –, che permettono di ridurre l’utilizzo di prodotti chimici e al contempo di rispettare l’ambiente circostante. Sistemi sempre più “intelligenti” che prevedono il monitoraggio e il controllo elettronico dei roditori, h24, 7 giorni su 7, e in grado di comunicare dati sull’attività in tempo reale, permettendo quindi di avere la situazione sempre sotto controllo e di intervenire prima che possano provocare danni.
“Il settore alimentare, più di altri, ha bisogno di controlli rigidi per garantire la sicurezza dei consumatori – afferma Valeria Paradiso, Responsabile Tecnico di Anticimex Italia –. La normativa sempre più stringente ha già limitato l’uso di prodotti chimici e, grazie ai dispositivi di nuova generazione, come la tecnologia SMART, che da quest’anno ci permette di monitorare e controllare non solo i roditori, ma anche blattoidei e lepidotteri, oggi è possibile proteggere gli ambienti in modo “green”.