Le associazioni dei consumatori Acu, Adoc, Adiconsum, Adusbef, Altroconsumo, Assoconsum, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Codacons, Codici, Confconsumatori, Centro Tutela Consumatori e Utenti, Federconsumatori, La Casa del Consumatore, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Udicon, Unione Nazionale Consumatori, Utenti Servizi Radiotelevisivi si sono rivolte alla Ministra della Giustizia Cartabia e al viceministro dello Sviluppo Economico e presidente del CNCU Pichetto Fratin per denunciare la mancata attuazione della legge 31/2019 (nota come legge Bonafede), dopo quasi tre anni dalla sua pubblicazione.
“Tale situazione impedisce a tutti gli enti del Terzo settore, e in particolare alle associazioni dei consumatori riconosciute come maggiormente rappresentative a livello nazionale (art. 137 Codice del consumo), di agire a tutela degli interessi collettivi rappresentati con azioni di classe e inibitorie”, afferma Mara Colla, Presidente nazionale di Confconsumatori. “Si sta protraendo un’oggettiva e ingiustificata limitazione dei diritti dei cittadini e, di fatto, la disapplicazione dell’intero ‘strumento’ risarcitorio, come emerge dal numero del tutto insignificante (cinque) di azioni ad oggi promosse dall’entrata in vigore della legge da parte di singoli cittadini danneggiati”.
Le associazioni dei consumatori hanno evidenziato, peraltro, come la corretta attuazione della legge 31/2019 possa avere un impatto positivo per il raggiungimento degli obiettivi di implementazione del nostro sistema giudiziario ai quali la Commissione dell’Unione ha subordinato il finanziamento del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”. L’effettiva e concreta disponibilità di strumenti risarcitori ed inibitori collettivi hanno infatti indubbi effetti deflattivi del contenzioso che possono consentire un più razionale utilizzo delle risorse giudiziarie ed una riduzione dei tempi della giustizia.
Da ultimo, le associazioni hanno posto all’attenzione della Ministra come l’attuale situazione comporti il serio e concreto pericolo di sottoporre il nostro Paese a ulteriori procedure di infrazione per le evidenti violazioni del diritto dell’Unione (in particolare delle Direttive 2009/22/CE e della Direttiva 1828/20 che dovremo recepire entro il prossimo 25 dicembre 2022).