La frenata dell’inflazione a febbraio è un segnale pericolosissimo per l’economia italiana, soprattutto alla luce dell’emergenza coronavirus e degli effetti che la crisi avrà sul paese. Lo afferma il Codacons, commentando i dati diffusi dall’Istat.
“L’inflazione allo 0,3% non è affatto una buona notizia, a differenza di quanto sostengono in modo sconsiderato alcune associazioni, soprattutto se si considerano le ripercussioni dell’emergenza in corso sui consumi delle famiglie, che rischiano di crollare fino al -3% con una minore spesa per 21 miliardi di euro nel 2020 – spiega il presidente Carlo Rienzi – Allo stato attuale con un aumento dei prezzi a febbraio del +0,3%, la famiglia “tipo” subisce un aggravio di spesa di appena +93 euro su base annua, mentre un nucleo con due figli spende +122 euro rispetto allo scorso anno”.
Il Codacons fa notare poi le enormi differenze a livello territoriale sul fronte dell’inflazione: il Trentino Alto Adige si conferma la regione dove i prezzi corrono di più, con un tasso al +1,1% che determina una maggiore spesa di +291 euro a famiglia su base annua; sul versante opposto sono in deflazione Lazio, Basilicata e Valle d’Aosta, con quest’ultima che registra una inflazione al -0,4%, con un risparmio annuo di ben 116 euro a famiglia – conclude l’associazione.