Catania – Pugno duro della Polizia di Stato nei confronti di quanti, approfittando dell’apparente impunità garantitagli dall’operare lontano da occhi indiscreti, commettono gravi illeciti, ricadenti talvolta in ambito penale, che mettono a serio rischio la salute pubblica, la sicurezza e perfino il diritto alla privacy dei dipendenti.
Dopo le operazioni che hanno condotto all’applicazione dell’art. 100 T.U.L.P.S. che ha comportato la chiusura di un locale in via Auteri, dopo i controlli e le sanzioni ai locali di via Landolina e di via Birreria e dopo la diffida del Questore, emessa nei confronti di 6 locali, è scattata adesso, grazie all’impegno degli agenti del Commissariato Centrale e delle specialità della Polizia di Stato che hanno coadiuvato le operazioni, una nuova fase, ancora una volta incentrata sul controllo delle attività del centro storico.
A passare sotto la lente d’ingrandimento degli agenti della Squadra Amministrativa del Commissariato Centrale, coadiuvati da agenti del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, della P.A.S.I. e da personale tecnico dell’ASP- CT. Dipartimento Uff. Igiene, dell’Ufficio Veterinario, dell’INAIL e dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari, alcune attività di ristorazione ubicate in centro storico, nell’area della movida. Per uno di essi, è stata rilevata l’illecita occupazione di suolo pubblico, per oltre 44 mq.
A causa delle gravità delle violazioni riscontrate, invece, tre noti locali di via Michele Rapisardi sono stati sottoposti a sequestro penale.
Durante i controlli, infatti, sono state rilevate gravissime e numerose violazioni di carattere penale attinenti alla normativa sulla tutela e sulla sicurezza dei lavoratori, di cui al D.Lgs. 81/08, oltre al riscontro del reato di frode in commercio.
Somministrazione di sostanze non genuine, scarse condizioni igienico sanitarie, uscite di sicurezza bloccate, estintori scaduti, prodotti ittici in cattivo stato di conservazione, alimenti di origine vegetale e animale scaduti, pane congelato non indicato nei menù, prodotti e bevande, quali la birra, destinati alla vendita ma scaduti o con l’etichettatura asportata o cancellata volontariamente, assenza totale di monitoraggio, di schede HACCP, deposito abusivo con allocati frigo e scaffalature varie con prodotti alimentari in pessime condizioni di conservazione e/o scaduti, le altre gravi irregolarità alle quali gli agenti si sono trovati difronte.
Un fatto gravissimo attiene alla presenza di topi, riscontrata all’interno di uno di essi.
Per quanto riguarda il personale addetto alla vendita e alla somministrazione degli alimenti e i dipendenti dei titolari/gestori dei locali in argomento, su 19 soggetti individuati, ben 18 sono risultati irregolari, ovvero impiegati “ in nero”.
Inoltre, è stata riscontrata la massiccia presenza di manufatti pubblicitari, allocati sulle facciate degli immobili sottoposti a vincolo storico, paesaggistico e architettonico, una violazione rientrante tra quelle di cui al D. Lgs n. 42/2001 (beni culturali), soggetta alla disciplina penale.
Tutti gli esercizi controllati erano dotati di un impianto di video sorveglianza, sprovvisti di qualsiasi autorizzazione, ed è stato rilevato che le telecamere erano allocate in tutti gli ambienti, compresi quelli occupati dai soli lavoratori e negli spogliatoi del personale.
I relativi HDD sono stati recuperati grazie all’intervento dei VV.FF. perché, tanto erano ritenuti riservati, erano stati posizionati all’interno di apposite casseforti, all’uopo destinate.
Eloquente e degna di nota, la circostanza che, nonostante la presenza massiccia del personale operante, nessuno dei titolari dei locali interessati, nell’arco di tempo in cui sono stati effettuati i controlli, ha voluto presenziare alle attività.