IMPRESA, l’Associazione Nazionale di categoria dell’industria e delle piccole e medie imprese, che raggruppa tra i suoi associati centinaia di aderenti operanti in molti e differenti settori, tra cui in quelli afferenti alle forniture medicali e ospedaliere, ha scritto al ministro della Salute e ai Presidenti delle Regioni, per chiedere una revisione della norma cosiddetta “payback”, emanata nel 2015, ed entrata in vigore nella sua applicazione nel luglio scorso.
Con tale norma, le Regioni che hanno registrato sforamenti del budget sanitario sono titolate a richiedere indietro somme, in percentuale sul fatturato, alle aziende che forniscono attrezzature e presidi in ambito sanitario ospedaliero. Somme che le Regioni, in queste settimane, hanno già iniziato a richiedere, creando allarme tra gli associati di IMPRESA. Eclatante il caso della associata HS-Hospital Service S.p.A. di Aprilia, che, in seguito alle ultime richieste giunte dalle Regioni, sarebbe chiamata a “restituire” una cifra vicina ai 2 milioni di euro. «Fino a qualche settimana fa erano solo Toscana e Lombardia, ora sono arrivate anche altre Regioni, e dovremmo restituire quasi 2 milioni di euro entro il 15 gennaio – spiega il titolare, Mario Improta – e come noi la vicenda tocca il 100% delle aziende ospedaliere. La cosa più assurda è che se un ospedale ha sforato un budget, la Regione si rivolge alle aziende fornitrici; e si parla di somme relative ad anni precedenti, su cui le aziende hanno versato le tasse, con le quali hanno pagato stipendi ed effettuato investimenti. E non vediamo, su questa questione, interventi da parte delle istituzioni: le multinazionali straniere hanno già fatto scrivere dai loro legali che da gennaio sono pronte a non fornire più dispositivi in Italia, ma la questione tocca da vicino tutte le aziende, in particolare italiane. È stato presentato ricorso al Tar, che speriamo dia una sospensiva, in quanto a nostro pare la norma viola i principi contabili, e siamo pronti ad adire la Corte Costituzionale, per chiedere l’incostituzionalità della norma. Siamo in attesa degli eventi, consci del fatto che tra un mese le Regione potrebbero non pagare più le forniture, compensando crediti e debiti».
Sul tema interviene anche il presidente di IMPRESA, Giampaolo Olivetti, che ammonisce: «È urgente un intervento delle istituzioni affinché la norma sia completamente rivista: nelle condizioni economiche attuali, che sommano gli effetti della pandemia a quelli della guerra, con aumenti dei costi energetici, aumento dell’inflazione, aumento dei costi delle materie prime, a causa di questa norma le aziende del comparto rischiano di entrare in un circolo vizioso che porterebbe alla crisi di molte di esse. Quello che chiediamo alle istituzioni, in primis al Governo e alle Regioni, è di rivedere la norma e la sua applicazione per evitare crisi delle aziende e il rischio che siano costrette a chiudere, licenziando i propri dipendenti, con effetti disastrosi sul tessuto sociale ed economico».
«Come Associazione stiamo ricevendo in queste settimane il grido d’allarme delle imprese nostre associate del comparto delle forniture sanitario-ospedaliere – aggiunge il direttore generale, Saverio Motolese – la nostra Associazione, che costituisce una fitta rete di connessione tra gli imprenditori, non può non farsi carico di una situazione al limite dell’assurdo che può ingenerare, tra un mese, quando i pagamenti dovranno essere effettuati, pena compensazioni di debiti e crediti, un profondo stato di crisi. Intervenire è doveroso e anche urgente».