Con Zaki esce anche Baker, avvocato dei detenuti politici

Roma – L’avvocato e difensore per i diritti umani egiziano Mohamed Al-Baker è stato rilasciato ed è già a casa con la sua famiglia: lo conferma all’agenzia Dire l’Egyptian Initiative for personal rights (Eipr), ong con oltre vent’anni di attività alle spalle, che si è occupata anche del caso del ricercatore dell’Università di Bologna Patrick Zaki.

Proprio la condanna a tre anni di carcere per quest’ultimo ha fatto scattare un provvedimento di grazia da parte del presidente della Repubblica, Abdelfattah Al-Sisi, che ha incluso anche Baker e altri tre detenuti egiziani. Baker era stato condannato a quattro anni nel dicembre 2021 per diffusione di false notizie tramite i social network.

 

Al-Baker è un nome molto noto in Egitto, sia per il suo lavoro in difesa dei diritti umani e dei prigionieri di coscienza, sia per la sua vicenda giudiziaria: è stato infatti arrestato nel settembre 2019 in un commissariato di polizia, mentre cercava di dare assistenza a uno dei suoi clienti, Alaa Abdel Fattah, ammanettato poco prima. Baker è stato tenuto per due anni in detenzione preventiva prima di conoscere i reati dei quali la Procura per la sicurezza dello Stato lo accusava. Amnesty International però sostiene che la sua incarcerazione sia stata una “ritorsione per il suo lavoro” a difesa dei dissidenti politici egiziani, e in particolare di Alaa Abdel Fattah, definito il più importante tra gli oppositori. Esponente di punta del movimento per la democrazia che nel 2011 portò alla caduta del regime del presidente Hosni Mubarak, Abdel Fattah già da anni scriveva e si batteva pubblicamente per riforme in campo politico, economico e sociale che favorissero un reale miglioramento delle condizioni di vita degli egiziani.

 

Per il suo attivismo è stato arrestato e rilasciato diverse volte, fino all’incarcerazione nel 2019 nell’istituto di massima sicurezza di Tora, al Cairo, nel corso di una nuova ondata di arresti seguite alle proteste che fecero temere al presidente Al-Sisi il ritorno di quel movimento di piazza che aveva fatto vacillare il regime di Mubarak. A dicembre del 2021 Abdel Fattah è stato condannato a cinque anni di reclusione. In occasione della Cop27 sul Clima di Sharm El-Sheikh l’attivista ha iniziato uno sciopero della fame per richiamare l’attenzione della comunità internazionale sulla condizione dei detenuti politici e di coscienza in Egitto, soggetti a limitazioni e vessazioni, che ha interrotto solo dopo circa 200 giorni.

 

L’Eipr alla Dire ha riferito inoltre che Abdel Fattah “non è nella lista delle persone graziate con Zaki e Baker, che comprende invece tre detenuti condannati per reati comuni”, e quindi non detenuti politici o di coscienza. La sua condizione in carcere, da dove non gli è permesso avere contatti coi familiari compreso il figlio piccolo, non è migliorata.

 

Ancora alla Dire Claudio Francavilla di Human rights watch dichiara: “Il rilascio di Zaki e di Al-Baker è un’ottima notizia, ma non cancella il fatto che entrambi non avrebbero dovuto passare un solo giorno in detenzione, nè gli abusi che hanno subito. Al-Sisi continua a usare i prigionieri politici, di cui le carceri egiziane sono piene, come pedine di scambio per fini politici ed economici. L’Italia, l’Europa e gli altri partner internazionali non dovrebbero continuare a tollerare la repressione e i ricatti del regime egiziano”.

Noury: Bellissima notizia ma carceri restano piene

Il portavoce di Amnesty: Dietro le sbarre ancora due attivisti di punta

 

“Il rilascio di Patrick Zaki è una bellissima notizia. Ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia terribile. Ora attendiamo Patrick a Bologna, quando sarà. Il suo diritto di viaggiare all’estero, ovviamente, deve anche comprendere il diritto di rientrare nel suo Paese quando vorrà”: così ha dichiarato all’agenzia Dire Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, raggiunto subito dopo la conferma della liberazione del ricercatore dell’Università di Bologna dal carcere dove è stato rinchiuso il 18 luglio, dopo la lettura della sentenza del tribunale di emergenza di Mansoura che lo condannava a tre anni per diffusione di false notizie e destabilizzazione della sicurezza nazionale.

 

Poi, ieri, la grazia da parte del presidente Abdel Fattah Al-Sisi.

Noury prosegue: “Importante anche la grazia all’avvocato Mohamed Al-Baker. Ma le cose in Egitto cambieranno davvero quando saranno scarcerati i due più importanti prigionieri di coscienza, Alaa Abdel Fattah e Ahmed Douma. Le grazie riguardano profili individuali, le carceri egiziane restano piene”.

 

Sono tra i 60mila e i 100mila i prigionieri politici e di coscienza stimati dalle organizzazioni per i diritti umani egiziane.