De Palma: «Da oggi cominci un nuovo presente per costruire un futuro diverso per gli infermieri italiani»…
Guardarsi negli occhi, seppur attraverso il velo di uno schermo, che rappresenta, al momento, il solo strumento possibile per comunicare: raccontarsi e raccontare le proprie esperienze vissute sul “campo di battaglia”. E soprattuto, nella Giornata Internazionale della celebrazione degli infermieri, ribadire l’unità di intenti e gli obiettivi comuni che rappresentano l’unica strada percorribile per arrivare lontano.
Organizzata dal Sindacato Infermieri Italiani, il Nursing Up, con il brillante apporto delle sedi territoriali ottimizzato dal coordinamento della Regione Piemonte, nel pomeriggio di ieri si è tenuta una video conferenza nazionale che ha visto l’attiva partecipazione di esponenti da tutto il territorio nazionale. Il sindacato ha chiamato a raccolta gli infermieri , un’occasione di valore assoluto per rafforzare il legame tra gli operatori sanitari, tra coloro che, reduci da quasi tre mesi di lotte “senza esclusione di colpi” contro la pandemia, hanno sentito il bisogno di condividere pensieri, drammi, esperienze, gioie, momenti di vita vissuta in quelle corsie che rappresentano la loro seconda casa, il luogo in cui si sono salvate esistenze non solo di pazienti, ma prima di tutto di persone, quelle che sembravano non dovercela fare. Racconti anche amari di sconfitte subite a testa alta, ma che lasciano, dentro, un segno indelebile che ha cambiato e cambierà le loro vite per sempre.
Interventi mirati e distinti, frutto, da un lato, di esperienze diverse, che però, come ha sottolineato nel suo intervento il Presidente nazionale Antonio De Palma, riassumendo i punti nodali che stanno a cuore alla categoria, sono straordinariamente frutto di legame e di sintonia.
«Sono orgoglioso di poter dire che tutti questi interventi rappresentano la dimostrazione palese di come ci ritroviamo tutti uniti da un filo rosso, che traccia il nostro comune denominatore, “la nostra splendida professione”. Il nostro sindacato non ha iniziato certo ieri le sue battaglie per la difesa dei diritti professionali, economici e sociali, degli infermieri e degli altri operatori sanitari: ma sono fiero di percepire che tutti si sentono oggi tutelati dalle iniziative del Nursing Up. E il merito è di tutti, di tutti coloro che partecipano ogni giorno alle nostre battaglie, offrendo il loro contributo, piccolo o grande che sia, ma fondamentale per il sistema. E’ vero io sono il Presidente, ma in questi momenti, seppur in tali circostanze condivisi a distanza a causa della pandemia, mi sento uno come tanti, mi sento un collega, mi sento un semplice infermiere che combatte per difendere le sue idee e il valore di una professione in cui crede, un lavoro che ama profondamente più di ogni altra cosa».
De Palma entra nel merito delle “falle strutturali” di una imbarcazione che rischia di colare a picco: la “tempesta” covid-19 ha messo a nudo tristi verità come un’onda anomala che nessuno si attendeva ma che non è stato facile fronteggiare: dietro l’apparente bellezza estetica della nave (il sistema sanitario italiano) si celano materiali scadenti. A capo poi del veliero ci sono troppi capitani, molti dei quali anche poco efficienti e incapaci di ascoltare i loro sottoposti, quei marinai che nei momenti di difficoltà hanno evitato, con il loro impegno, che succedesse il peggio.
«Le carenze strutturali del sistema sanitario italiano sono venute fuori in modo palese durante l’emergenza: eppure gli infermieri hanno sorretto con le loro braccia e la forza della loro professionalità e sensibilità, il “macigno” che si è abbattuto sulle nostre vite. Un nemico sconosciuto, forte e combattivo, che ancora non si è arreso, che ancora non è stato debellato del tutto. Ma non possiamo tacere, oggi più che mai, di fronte a problematiche che fanno vacillare questo sistema come una scala di vetro pronta a franare a ogni nostro passo e a lasciare dentro la nostra pelle schegge dolorose: come l’eccessivo potere delle regioni che da tempo marciano e hanno marciato in modo troppo autonomo e disomogeneo anche durante i giorni del coronavirus, confermando la mancanza di quelle regole centrali che possono dare vigore e risolutezza al sistema sanitario, chiosa De Palma. Non possiamo stare zitti, noi siamo un sindacato di denuncia e chi vuole metterci il bavaglio, sbotta il Presidente del Nursing Up, chi vuole escluderci dal dialogo e dalla costruzione coerente e concreta del miglioramento del nostro futuro lavorativo, dovrà renderne conto presto. Mi riferisco al ricorso che sono stato costretto a firmare e a depositare stamane innanzi alla magistratura di Roma, citando in giudizio la Conferenza delle Regioni, che seleziona i sindacati con i quali interloquire e con loro sottoscrive un protocollo, quello del 30 aprile u.s., escludendo dal dialogo e dalla possibilità di essere protagonisti del nostro domani, sia i sindacati degli infermieri che gli altri sindacati autonomi muniti della rappresentatività nazionale. Per questo motivo, adesso più che mai, vogliamo ricordare le falle e gli orrori che abbiamo vissuto: come il deficit dei dispositivi di protezione, che hanno esposto al rischio di contagio numerosi colleghi. Moltissimi si sono ammalati, numerosi sono quelli che ci hanno anche rimesso la vita. E poi la confusione generale di quei reparti che venivano riconvertiti in covid-19 dall’oggi al domani, sballottando i lavoratori da una parte e dall’altra senza il giusto preavviso, e ancora gli orari assurdi a cui siamo stati sottoposti, le nuove assunzioni gestite in maniera fallace e che hanno costretto giovani colleghi alla prima esperienza di servizio a ritrovarsi in situazioni più grandi di loro, a causa dell’inesperienza. Da questo 12 maggio dobbiamo ripartire tutti, affinchè cambino concretamente le nostre prospettive. Molte cose non potranno più essere le stesse, sottolinea De Palma, non è possibile che le istituzioni continuino a far finta che gli infermieri non esistono.
Questo l’intervento del Presidente De Palma che ha ripercorso, con le sue parole, le posizioni di coloro che lo hanno preceduto. Una carrellata di interventi brillanti e significativi da ogni parte dell’Italia, tutti infermieri impegnati nella difesa della professione.
Commovente e doloroso è stato, da ultimo, il racconto del giovane Piergiorgio Maniglia, infermiere di Trento, ma di origine siciliana, che ha esposto ai presenti i difficili momenti che ha vissuto sulla propria pelle. I primi terribili giorni, in cui i colleghi si ammalavano, la tosse, la mancanza di respiro, l’amara consapevolezza che se si era ammalato il suo compagno di lavoro, quasi certamente, poteva essere stato contagiato anche lui. L’organizzazione dei reparti stravolta, il caos incredibile che ne derivava e poi ancora i turni massacranti fino a perdere la coscienza, senza dimenticare la solitudine dei pazienti, il loro vivere la malattia senza il conforto dei parenti, dei familiari. Lo stress psicologico, non solo quindi fisico, dell’aver vissuto, da parte degli infermieri, da protagonisti loro malgrado, i drammi altrui, i drammi di persone che non erano più solo pazienti ma diventavano giorno dopo giorno parte di un’unica famiglia.
E poi si è parlato delle conseguenze psicologiche per gli infermieri, vittime di stress post traumatico, e del brillante lavoro del sindacato nel creare sportelli di sostegno di regione in regione, per dare supporto ai colleghi afflitti da sintomatologia grave, come panico, problemi di umore, incubi notturni.
Verso la fine dell’evento, i presenti hanno condiviso il lancio della nuova iniziativa social “#mai più come prima”, visionabile anche sul sito Nursing Up all’indirizzo www.nursingup.it: «Ora vi chiediamo più che mai di scendere in campo, di essere protagonisti del vostro presente e del vostro futuro, inviateci una foto, offriteci la vostra fondamentale testimonianza e raccontateci come vorreste la sanità del futuro. Solo così potremo continuare a denunciare, a scavare nel profondo di quanto succede nel complesso panorama sanitario di questo paese. Le vostre voci sono e saranno lo strumento straordinario, le armi, per permetterci di continuare a combattere. Perchè noi non ci fermeremo».