Il secondo semestre non inizia sotto i migliori auspici. Luglio segna una battuta d’arresto per le famiglie, con l’indice del clima di fiducia dei consumatori che scende di due punti rispetto a giugno. Un calo dovuto a una situazione nel complesso ancora incerta, influenzata da un’inflazione ancora alta, che continua ad erodere il potere d’acquisto delle famiglie, e dall’aumento dei tassi di interesse, che pesa sui consumi.
Così, in una nota, l’Ufficio economico di Confesercenti commenta la rilevazione Istat di luglio sul clima di fiducia di consumatori e imprese.
Per i consumatori, peggiorano sia le opinioni sulla situazione economica generale ma anche le attese sulla propria condizione: incide ancora, purtroppo, la corsa dei prezzi che per tre anni si manterrà comunque sopra il 2% mentre i continui rialzi della BCE – oggi è atteso un nuovo aumento – hanno un forte impatto su credito, consumi e investimenti. E l’aumento della propensione al risparmio indica chiaramente che le preoccupazioni per il prossimo futuro, alimentate anche dal difficile quadro internazionale, sono in aumento.
Mentre sul fronte delle imprese, invece, si registra una lieve crescita dell’indice generale (0,8 decimali) che è anche il prodotto, tra gli altri, di una risalita della fiducia delle imprese turistiche (+3,3) e da un assestamento di quelle del commercio, anche di vicinato (quantomeno si arresta la caduta di 4 punti del mese scorso).
Turismo e costruzioni, anche osservando questi dati di ‘sentiment’, si dimostrano dunque i due comparti che maggiormente trainano la nostra economia in questi mesi; per i piccoli esercizi commerciali, invece, il quadro presenta ancora delle ombre: le vendite continuano a segnare il passo rispetto alla grande distribuzione, in particolare rispetto ad alcuni format come gli hard discount. Imprese del dettaglio tradizionale che devono essere sostenute con interventi che ne migliorino la competitività e permettano loro di agire in un quadro normativo che non le penalizzi, come avviene da decenni.