“Oggi è una giornata storica, finalmente la Corte costituzionale ha rotto il tabù sul cognome materno dichiarando illegittimo l’automatismo nell’assegnazione del cognome del padre e stabilendo che il figlio possa assumere il cognome di entrambi i genitori o solo quello della madre”, così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani.
“Fino ad oggi nell’ordinamento italiano era impossibile assegnare il cognome della madre al figlio anche nel caso entrambi i genitori fossero d’accordo. Secondo le norme del Codice civile, risalente al 1942, i figli prendono in automatico il cognome del padre. La stessa giurisprudenza di legittimità aveva stabilito che l’attuale sistema di attribuzione del cognome paterno ai figli fosse ‘retaggio di una concezione patriarcale della famiglia’, e di ‘una tramontata potestà maritale, non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale dell’uguaglianza tra uomo e donna’.
Ben venga allora questa fondamentale pronuncia di civiltà che, nell’affermare l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi, uniforma il nostro Paese ai principi fondamentali della Carta dei diritti Ue, tra i quali il divieto di ogni discriminazione fondata sul sesso. La Corte costituzionale ha infine stabilito che spetterà al Parlamento regolare ogni aspetto legato all’attuazione di questa decisione. Chiediamo quindi ai gruppi parlamentari di agire al più presto per far compiere pienamente all’Italia questo passo di civiltà”, conclude.