Il menu del pranzo o della cena divide il 20% delle famiglie italiane dove è scomparsa la tradizione della ricetta unica per tutti per lasciare spazio a vere e proprie pietanze personalizzate a seconda dei gusti o delle esigenze di salute legate a diete o intolleranze.
E’ quanto emerge dal primo studio Coldiretti/Censis sul food delivery presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este a Cernobbio, dove si evidenzia come le nuove forme di ristorazione web abbiano portato ad uno sconvolgimento delle consuetudini degli italiani a tavola dove è tramontata l’epoca in cui si sedevano a tavola e mangiavano la stessa cosa.
Non a caso tra le diverse tipologie – nota Coldiretti – di famiglie quelle che ricorrono più spesso al food delivery sono quelle con figli. In questo caso ordinare cibo a domicilio aiuta a venire incontro alle esigenze di tutti i componenti del nucleo familiare, che sarebbero invece difficili da soddisfare se si dovessero cucinare in casa piatti tutti diversi tra loro, complice anche la sempre minore disponibilità di tempo. Nel corso dell’ultimo anno, il 40,6% delle coppie con figli ha utilizzato una piattaforma di delivery e ancora di più lo hanno fatto le mamme o i papà single con figli (45,7%).
Il cambiamento delle abitudini a tavola è senza dubbio spinto – sottolinea Coldiretti – anche dalla maggiore propensione dei giovani all’uso del servizio che finisce per condizionare l’intera famiglia. Non sorprende che i millennials, ovvero la fascia di età tra i 18 e i 34 anni, che spesso vive ancora all’interno del nucleo familiare, siano i maggiori utilizzatori delle piattaforme con ben il 71,1%, che sale addirittura al 73,4% se si prendono in esame i soli studenti.
Allo stesso modo il ricorso al food delivery è maggiore nei medi e grandi centri urbani, dove a favorire la domanda sono da un lato la maggiore offerta di ristoranti collegati alle piattaforme, dall’altro la minore disponibilità di tempo a livello personale, legata a fattori che vanno dalle maggiori distanze da percorrere, al traffico, agli impegni. Nelle città con oltre 250.000 abitanti, in particolare – conclude Coldiretti – ha ordinato cibo su una piattaforma di delivery il 59,4% degli intervistati.