Come ogni anno l’avvicinarsi del Natale coincide con l’aumento del consumo di carne d’agnello e di conseguenza dei camion carichi di ovini che viaggiano sulle nostre strade, soprattutto provenienti da Paesi dell’Est Europa e diretti nei macelli di Toscana, Lazio e Puglia. Secondo i dati Eurostat, lo scorso anno l’Italia ha importato oltre 700 mila agnelli, di cui circa 500 mila dall’Ungheria e la Romania. Nel solo mese di dicembre 2023 gli agnelli provenienti da questi Paesi sono stati circa 50 mila su un totale di 98 mila.
Pochi giorni fa il team investigativo di Essere Animali ha raggiunto Gonars, al confine con la Slovenia, proprio lungo la rotta in cui viaggiano gli agnelli provenienti dall’Europa orientale e dal 15 al 19 dicembre ha documentato le terribili condizioni a cui sono costretti a viaggiare questi animali.
In particolare, Essere Animali ha fermato e segnalato alle forze dell’ordine un camion proveniente dalla Romania carico di giovani agnelli ammassati gli uni sugli altri e con le teste schiacciate sulle partizioni superiori.
Al momento del controllo, l’autista ha aperto una delle portiere e un agnello è caduto giù dal camion, sulla piazzola dell’autostrada, a dimostrazione di quanto fossero stipati gli animali nonostante il personale avesse dichiarato di trasportare solo 550 capi. Gli agnelli presentavano segni visibili di problemi respiratori, con abbondante muco e la lettiera sporca e completamente impregnata di deiezioni.
L’autista — che guidava un camion targato Romania dell’azienda Margineana — ha riferito verbalmente agli investigatori di Essere Animali che l’allevamento sarebbe stato infestato dalla blue tongue e che, per evitare che con l’aggravarsi della malattia gli animali non fossero più idonei alla macellazione, il titolare ha caricato più animali del consentito. Essere Animali ha segnalato il camion al Comando di Fano della polizia stradale e le autorità sono intervenute per fermare il camion, che è stato sottoposto a controllo.
In aggiunta a queste problematiche, il team di Essere Animali ha documentato irregolarità, come l’uso del fil di ferro per applicare le marche auricolari agli animali, con il rischio di causare lesioni agli occhi, e presenza a bordo del camion di beverini non adeguati. Evidenti anche i segnali di forte stress tra gli animali — gli agnelli mordevano a più riprese le sbarre del camion.
Al di là delle sanzioni, che nel breve termine possono essere uno strumento utile per limitare le violazioni alla normativa sulla protezione gli animali, il problema principale sono le attuali leggi europee, che non tutelano gli animali in una fase così delicata come quella del trasporto.
Attualmente la normativa UE sul trasporto di animali vivi è oggetto di revisione da parte della Commissione, che ha già formulato una proposta su cui Stati Membri e Parlamento europeo dovranno esprimersi entro la fine del 2025.
Chiara Caprio, responsabile media e relazioni istituzionali, ha dichiarato: «Purtroppo la proposta della Commissione europea è ancora del tutto insufficiente, perché non affronta i nodi reali che permetterebbero di migliorare concretamente questa situazione sempre più drammatica. Le nostre richieste sono molto chiare: le ore di trasporto devono essere drasticamente ridotte, vanno fermati i trasporti verso paesi extra UE e bisogna abbandonare la pratica crudele del trasporto su lunga distanza. Quella che abbiamo davanti è un’occasione storica per mettere fine alle crudeltà dei trasporti. Governo italiano e Parlamento europeo possono fare molto per migliorare le leggi a tutela degli animali. È ora che facciano la propria parte».
Oltre ad avere un impatto estremamente forte sul benessere degli animali, secondo un report commissionato da Eurogroup for Animals, i trasporti di animali vivi presentano ulteriori problematiche, che potrebbero essere risolte con il passaggio al trasporto di carne e carcasse: il costo del trasporto di un chilogrammo di carne può arrivare ad essere del 42% inferiore a quello di animali vivi. Non solo, a livello ambientale lo stesso studio evidenzia che le emissioni di CO2e sono sei volte maggiori nel caso di trasporto di animali vivi rispetto al trasporto via nave di carne e carcasse.