Complice l’inflazione che intacca i risparmi, negli ultimi anni è tornato in auge il conto deposito, grazie anche agli elevati tassi di rendimento che questo prodotto può offrire. Secondo l’indagine che Facile.it ha commissionato agli istituti mUp Research e Norstat, 4 milioni e mezzo di italiani ne hanno aperto uno negli ultimi dodici mesi.
L’interesse dei consumatori è testimoniato anche da un altro dato; secondo un’analisi del comparatore le ricerche online di questi prodotti sono cresciute, nel 2023, del 169% rispetto all’anno prima.
«Il conto deposito è un vero e proprio strumento di investimento, che si appoggia a un conto corrente tradizionale e che consente di ottenere una rendita elevata sulle somme depositate», spiegano gli esperti di Facile.it. «È bene ricordare, però, che le operazioni classiche che è possibile effettuare tramite il conto corrente tradizionale non sono disponibili con il conto deposito che prevede, invece, un’operatività più ridotta.».
Analizzando l’età dei rispondenti che hanno dichiarato di aver aperto un conto deposito nell’ultimo anno emerge che l’interesse verso questo tipo di prodotto è stato maggiore in alcune fasce specifiche: se a livello nazionale la percentuale è pari al 10,7%, tra i 35-44 anni sale al 14,6% e raggiunge addirittura il 16,4% fra i rispondenti con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Lo si apre soprattutto online
L’indagine – realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale* – ha anche voluto analizzare quali siano stati i canali maggiormente utilizzati per sottoscrivere un conto deposito; tra chi ne aperto uno nell’ultimo anno è emerso che più di 1 su 2 (60%) lo ha fatto online, mentre nel 32,5% dei casi si è recato in filiale. Solo il 7,5% dei rispondenti, invece, lo ha fatto tramite un agente/mediatore fisico.
In quasi 7 casi su 10 è stato attivato presso un istituto di credito con cui si aveva già un rapporto in essere.
Chi ha un conto deposito
Allargando il perimetro di analisi a tutti i titolari di conto deposito, non solo quindi a chi lo ha aperto nell’ultimo anno, emerge che sono più di 14 milioni (34% dei rispondenti) gli italiani che hanno dichiarato di possederne almeno uno e, tra questi, oltre 1,7 milioni (4,3%) di averne più di uno.
A livello geografico sono soprattutto i residenti del Nord Ovest ad utilizzare questo prodotto finanziario; qui più di 4 rispondente su 10 (41,5% vs 34% a livello nazionale) hanno dichiarato di essere intestatari di almeno un conto deposito. Guardando alle fasce anagrafiche, invece, è diffuso soprattutto tra gli italiani con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (45,5%).
I tassi di rendimento
Il rinnovato interesse nei confronti dei conti deposito è facilmente spiegabile se si guarda ai tassi di rendimento. Secondo le simulazioni di Facile.it**, nel caso dei conti deposito vincolati, i tassi con scadenza del vincolo a 60 mesi hanno una redditività lorda che può arrivare al 4,75%, percentuale che scende al 4,45% nel caso di vincolo a 36 mesi e al 4,20% per quelli a 12 mesi.
Per quanto riguarda i conti deposito non vincolati, invece, i tassi di interesse offerti in questo momento da alcune banche possono arrivare addirittura al 5% per tutte e tre le scadenze (12, 36 e 60 mesi).
«Gli aumenti dei tassi di interesse decisi dalla Banca Centrale Europea negli ultimi due anni per combattere l’inflazione hanno contribuito a far crescere i rendimenti dei conti deposito rendendoli molto più appetibili rispetto al passato», continuano gli esperti di Facile.it. «Se, come previsto dagli analisti, le Bce dovesse iniziare ad abbassare gli indici nei prossimi mesi, queste potrebbero essere le ultime opportunità per beneficiare di redditività così elevate.».
* Indagine commissionata da Facile.it a mUp Research – svolta tra il 13 ed il 15 febbraio 2024 attraverso la somministrazione di n.1.001 interviste CAWI ad un campione di individui in età compresa fra 18 e 74 anni, rappresentativo della popolazione italiana residente sull’intero territorio nazionale nell’intervallo di età considerate.
** Simulazione realizzata su Facile.it in data 21 marzo 2024.
Immagine (c) Zerbor