Nella provincia 335 sequestri e 149mila articoli sottratti al mercato fake nell’ultimo anno. Ma il fenomeno si trasforma: è sempre più «liquido», ora serve il coinvolgimento dei cittadini.
Bologna è settima in Italia per numero di sequestri di merce contraffatta. Nel 2017 l’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza hanno effettuato nella provincia di Bologna 335 sequestri (il 2,5% dei sequestri compiuti a livello nazionale) e confiscato 148.974 articoli falsi.
Negli ultimi dieci anni (2008-2017) i pezzi sequestrati sono stati complessivamente più di 4 milioni. Mentre il numero delle operazioni è aumentato nel decennio del 70,1%, il numero degli articoli sottratti al mercato del falso è però diminuito del 69,2%. Questo è l’effetto di una trasformazione dei circuiti di diffusione delle merci fake, che viaggiano sempre di più sui canali online. E delle strategie di riduzione dei carichi trasportati messe in atto dai professionisti della contraffazione per sfuggire ai controlli e ridurre le perdite in caso di sequestro.
È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata per il Ministero dello Sviluppo Economico (Direzione Generale Lotta alla contraffazione-UIBM).
Il mercato del falso vale a livello nazionale 6,9 miliardi di euro e sottrae 100.000 posti di lavoro all’economia legale. L’emersione della contraffazione comporterebbe anche un aumento del gettito fiscale, tra imposte dirette (su imprese e lavoro) e indirette (Iva), pari a 1,7 miliardi di euro.
Nel territorio di Bologna prevalgono i sequestri di articoli tradizionali, soprattutto accessori (il 40,3% del totale nell’ultimo anno) e abbigliamento (24,8%), seguono le apparecchiature elettriche (11,9%), soprattutto componenti di telefoni cellulari.
Un ruolo di primo piano lo gioca l’aeroporto internazionale Guglielmo Marconi, dove nel 2017 i sequestri di prodotti contraffatti sono stati 176, per un totale di 47.710 articoli intercettati (un terzo di quanto sequestrato nell’intero territorio). E la merce non si ferma tutta a Bologna: 113 dei 176 carichi sequestrati alle dogane aeroportuali (per un totale di 32.910 prodotti falsi) erano destinati alle altre province della regione. La merce che raggiunge il capoluogo segue anche vie di terra, che portano a magazzini dislocati in città o nell’hinterland. Nella filiera fake della moda il business è prevalentemente cinese, con un asse che dalla Toscana (Prato) arriva fino al capoluogo felsineo.
Anche essere sede di grandi eventi sportivi, musicali e fieristici significa attrarre i venditori di merce falsa. Soprattutto merchandising, nel caso degli eventi. Anche macchinari e prodotti, nel caso delle fiere. L’ultima operazione risale allo scorso mese di settembre quando, in occasione della «Mostra scambio Crame 2018» all’autodromo di Imola, i finanzieri hanno rinvenuto circa 15mila prodotti contraffatti relativi ai settori dell’automotive e motociclistico.
Bologna è anche e soprattutto sinonimo di cibo italiano di qualità, al punto che esiste un vero e proprio «Bolognese sounding», ovvero un utilizzo illecito del nome della città per evocare l’italianità e l’eccellenza agroalimentare nel mondo. Tra i prodotti più imitati ci sono la Mortadella Bologna e la Patata Primura.
L’operatività e il coordinamento delle diverse Forze dell’ordine sono elevati, grazie anche al Protocollo di intesa per il contrasto della commercializzazione di prodotti contraffatti e pericolosi e per la tutela della concorrenza, promosso nel 2015 dalla Prefettura e siglato dai principali stakeholder. Unica è l’esperienza della Polizia locale, che ha costruito negli anni una preziosa alleanza con i marchi di alta gamma per la difesa dell’autenticità e del made in Italy.
Un forte grado di operatività e coordinamento delle Forze dell’ordine e dell’Agenzia delle Dogane ha portato a risultati apprezzabili sul territorio contro la contraffazione. Ma di fronte a un mercato del falso che diventa sempre più capillare e camaleontico, un fenomeno che si trasforma e diventa sempre più «liquido», alle attività di repressione e di contrasto bisogna affiancare iniziative di comunicazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini-consumatori, chiamandoli ad essere attori e protagonisti in prima persona della lotta alla contraffazione.
Questi sono i principali risultati della ricerca realizzata dal Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico, che sono stati presentati oggi a Bologna da Loredana Gulino, Direttore Generale della Dg Lotta alla Contraffazione-UIBM del Ministero dello Sviluppo Economico, e Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, con Alberto Aitini, Assessore alla Sicurezza urbana integrata, Commercio e Polizia municipale del Comune di Bologna, e il Prefetto di Bologna Patrizia Impresa.