L’estate 2020 senza stranieri in vacanza in Italia costa 12 miliardi al sistema turistico nazionale per le mancate spese nell’alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti, in occasione dell’ultimo weekend da bollino rosso delle vacanze per il controesodo, sull’impatto della chiusura delle frontiere e dei vincoli posti al turismo dall’estero resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus.
Lo scorso anno in Italia ci sono stati oltre 16 milioni di cittadini stranieri per motivi di vacanza durante i mesi di luglio, agosto e settembre che quest’anno sono praticamente azzerati dalle preoccupazioni e dai vincoli resi necessari per affrontate l’emergenza covid, secondo l’analisi Coldiretti su dati Bankitalia.
Si tratta di un vuoto pesante che non viene purtroppo compensato dalla svolta patriottica degli italiani che per il 93% hanno scelto di trascorrere le vacanze in Italia, la percentuale più elevata da almeno 10 anni secondo analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale si evidenzia che sono 34 milioni i cittadini del Belpaese che hanno deciso di andare in ferie per almeno qualche giorno nell’estate 2020, con un calo del 13% rispetto allo scorso anno. Peraltro anche la stessa spesa turistica degli italiani si è ridotta ad appena 588 euro a persona (-25%) per effetto di ferie piu’ brevi, meno lontane e dedicate soprattutto al relax familiare.
L’assenza di stranieri in vacanza in Italia grava sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea la Coldiretti – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti e la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti ma in difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne. Le conseguenze si faranno sentire – precisa la Coldiretti – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercavano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio.
Una situazione che ha avuto dunque un impatto rilevante sulle attività di ristorazione, dalle pizzerie alle gelaterie fino a quelle più tradizionali, oltre che sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari da acquistare come souvenir. L’emergenza Covid – conclude la Coldiretti – fa crollare del 30% la spesa turistica per la tavola nel 2020 a causa dell’assenza dei vacanzieri stranieri e della ridotta disponibilità economica di quelli italiani colpiti dalla crisi con drammatici effetti sulla ristorazione e sull’intera filiera agroalimentare.